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Caluso e l'erbaluce

Notizia del 14/01/2008

A Caluso, cittadina situata nel nord del Piemonte, la coltivazione della vite risale a tempi molto antichi, sicuramente antecedenti alla conquista del territorio da parte dei Romani che, sotto la guida del console Terenzio Marrone, sconfissero la popolazione indigena dei Salassi. I Romani importarono nella zona il loro metodo di coltivazione che, ovviamente migliorato e affinato nel tempo, rimane tuttora quello praticato nell’area, caratterizzato dalla ramificazione ad almeno un metro da terra e dallo sviluppo dei tralci su di una struttura portante, e denominato “Alteno Canavesano”. Una tanto antica tradizione viticola nel calusiese è stata, ed è tuttora resa possibile dalla concomitanza di due fattori molto importanti: un territorio collinare di origine glaciale composto da colline moreniche il cui terreno è costituito da sabbia argillosa e ciottoli quindi leggero a ph acido; e un clima particolarmente mite la cui temperatura media annua è di poco inferiore ai 15°, ma ad agosto, mese importantissimo per la maturazione, si hanno punte di 28/32°C, nello stesso mese il regime pluviometrico è piuttosto contenuto (attorno ai 70mm), favorendo l’integrità degli acini (indispensabile per la produzione del Passito). Il vitigno che nel corso dei secoli ha trovato la sua espressione più qualificata è senza dubbio l’Erbaluce di Caluso. La simbiosi di questo vitigno con il territorio e con il clima è dimostrata dalla grande duttilità che permette di produrre tre diverse tipologie di vino: L’Erbaluce di Caluso doc bianco secco, il Caluso Passito doc e il Caluso Spumante doc. L’Erbaluce di Caluso è un vitigno autoctono di origine greca, imparentato con il Fiano di Avellino, e il vino che ne scaturisce libera un bouquet di profumi che vanno dalle erbe aromatiche ai fiori bianchi con pennellate fruttate.

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