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La prima pigiatura pubblica dellla Garganega

Notizia del 07/01/2008

Strada del Recioto e dei vini Gambellara D.O.C.” e del “Consorzio Tutela Vini D.O.C. Gambellara”

PROGRAMMA

I “Picai” del Recioto:Prima pigiatura pubblica della Garganega.

Vendemmia 2007

Domenica 13 gennaio 2008

Ore 10,00 – Ritrovo con i giornalisti e le autorità presso il piazzale di Palazzo Cera, via Borgolecco n. 2 a Gambellara, sede della “Strada del Recioto e dei vini Gambellara D.O.C.” e del “Consorzio Tutela Vini D.O.C. Gambellara”.

Ore 10,20 – trasferimento a Montorso Vicentino presso Villa Da Porto - Barbaran.

Ore 10,30 – Conferenza stampa con presentazione della manifestazione, dei programmi dell’ Associazione “Strada del Recioto e dei vini Gambellara D.O.C.” e del “Consorzio Tutela Vini D.O.C. Gambellara” .

Moderatrice degli eventi: Carla Urban giornalista.

Ore 11,00 – Villa Da Porto - Barbaran - Montorso Vicentino:

“Paesaggio ed Economia: I valori territoriali per una nuova e diversificata economia di sistema nell’ area del Gambellara D.O.C.” : dott. Francesco Soletti – Curatore Guide Enogastronomiche Touring Club Italiano.

Ore 12,30 – Pranzo tipico a base delle specialità tradizionali del territorio presso il ristorante “Giulietta e Romeo” di Montorso Vicentino.

Ore 14,30 – Firma delle bottiglie numerate della manifestazione da parte delle autorità e dei giornalisti e consegna delle bottiglie della vendemmia 2005.

Ore 15,00 – Saluto del Sindaco di Montorso Vicentino e delle autorità.

Spremitura pubblica dei Primi “Picai” di Garganega per la produzione del Recioto Gambellara D.O.C Vendemmia 2007. Madrina dell’evento, la Miss delle Miss Claudia Andreatti, Miss Italia.

Durante la manifestazione sarà allestito un gazebo del “Consozzio Tutela vini D.O.C. Gambellara “ per l’assaggio e la vendita al pubblico del Recioto Gambellara D.O.C. abbinato al dolce tipico “Brasadelo “ e alcuni stand con prodotti tipici locali.

Ore 18,00 – Saluti di commiato ed un arrivederci alla prossima edizione.

NOTE INFORMATIVE

SULLA STRADA DEL RECIOTO, SULLA ZONA E NOTIZIE DEL GAMBELLARA D.O.C.

La Strada si estende lungo la bassa valle del Chiampo, in un territorio di origine vulcanico, e comprende i comuni di Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso e Zermeghedo. Nella zona si possono scoprire i segni di antiche e nobili presenze, come a Montecchio Maggiore, con i Castelli di Romeo e Giulietta, romanticamente contrapposti tra le colline, e la Villa Cordellina Lombardi, nota per un grande ciclo affrescato dal Tiepolo e scenario d'eccezione per manifestazioni gastronomiche.

Costituita nel febbraio 2000 l’associazione ‘’Strada del Recioto e dei vini di Gambellara DOC’’ ha attualmente 35 soci di cui 30 operatori vitivinicoli, della ristorazione e ospitalità. Il percorso si snoda attraverso i Comuni di Gambellara, Montebello, Montorso e Zermeghedo. Qui l’area impegnata nella coltura della vite si estende su circa mille ettari, parte dei quali costituiscono la cosiddetta zona Classica, di più antica tradizione produttiva.

 

Nascono qui il Gambellara DOC e Classico, il Gambellara Recioto Classico (DOCG in itinere) e Spumante, e il Vin Santo di Gambellara, unico Vin Santo della Regione Veneto.

 

È un’arte della zona vinificare in maniera particolare le migliori uve Garganega scegliendo i grappoli migliori, addirittura le loro parti più nobili: quelle ‘’ali’’ che in dialetto sono chiamate ‘’recie’’ da cui deriva il nome di Recioto. Lasciate ad appassire appese (appunto…”picai”) a spaghi in luoghi ben aerati ed asciutti fino a dicembre, le uve vengono poi pigiate in modo soffice. Il vino che si ottiene, dopo la lenta fermentazione di mesi al freddo presenta caratteristiche del tutto peculiari. È un vino dal colore giallo dorato, vivo e brillante con intenso profumo fruttato. Ha un sapore caratteristico, armonico, con leggero gusto di passito e delicato retrogusto amarognolo. Un prodotto che esalta l’arte dei vignaioli di questa terra, così come la Strada del Recioto regala con i suoi dolci panorami collinari sensazioni di serenità e armonia offrendo contemporaneamente straordinari spunti culturali attraverso testimonianze artistiche e architettoniche.

Villa Da Porto, Barbaran

Relazione storico-artistica

Ai piedi del colle boscoso della Fratta, ove svetta ancora l’antico campanile della distrutta Chiesa, sta maestosa, con la lunghissima appendice del rustico di destra, la Villa che fu già dei Conti Da Porto: tra le più grandiose ch’essi costruirono nel corso dei secoli – dal Cinque al Settecento – in ogni luogo della Provincia. E se pur incompiuta, essa era da loro curata con particolare amore, se scelsero fior da fiore dalle loro collezioni – quadri, mobili, oggetti di antichità – per farne arredamento sontuoso. Di tanto splendore ora nulla rimane. Una lunga iscrizione murata sopra la porta centrale della loggia dice che la Villa ebbe inizio nle 1662 e completamento nel 1724. Siamo però documentati in modo assolutamente tranquillante che in una tavola con il progetto della Villa erano segnati il millesimo 1712 e la forma dell’autore: Cherrette, architecte ed gèographe du Roy. La Villa – a due piani, ma di eccezionale altezza – si compone di un settore centrale, aperto in tre intercolumni tra due pareti chiuse; quattro fusti jonici di modulo gigante reggono il frontone triangolare. La lunga ala a destra – cui nel progetto doveva corrispondere una di pari sviluppo e di pari forma a sinistra – è arretrata così da rendere più sensibile l’aggetto centrale. All’altissima loggia imprime ulteriore slancio l’ampia scalea tra larghi poggi, adorni da due mirabili gruppi scultorei. Un cornicione dentato a robuste mensole conclude le pareti del corpo mediano, ma non prosegue nell’ala rimasta evidentemente incompiuta. Due sole finestre sono nelle pareti adiacenti la loggia, destinate ad illuminare le due larghe scale a chiocciola che dall’una e dall’altra parte della loggia portavano a piani superiori e la loro luce si univa a quella delle finestrelle, nel breve voltatesta, ad angoli convessi. Un ballatoio a livello del piano nobile correva lungo la loggia a collegare le due parti della Villa separate dall’immenso salone centrale. Le pareti chiuse dell’avancorpo centrale, come dell’ala, corrono lisce, neppur solcate dalle cornici che di solito legano orizzontalmente i davanzali delle finestre o segnano il passaggio dall’uno all’altro piano. Troppo ampio è l’intervallo che separa le aperture del piano rialzato da quelle del piano superiore, mentre queste sono troppo a ridosso del cornicione terminale. Legata per la continuità delle pareti e coerente per andamento compositivo è la facciata posteriore, nella quale introducono varietà di movenza le tre aperture centinate del salone: facciata mirabilmente condotta dalla mano maestra dell’architetto. Ch’ebbe a collaboratori abili lapicidi, responsabili delle teste, dal vivido e fresco modellato, poste a chiave delle aperture centinate, sia dei gruppi scultorei sui pilastri all’inizio della scalea, sia delle statue ai vertici del frontone.

La famosa novella di Giulietta e Romeo, che tanto colpì Shakespeare da ispirargli una delle sue migliori tragedie, è stata scritta da Luigi Da Porto nella quiete della sua dimora di campagna a Montorso. Della casa padronale, nel centro del paese, abitata dallo scrittore ai primi del '500, non rimane in realtà quasi nulla: un antico porticato e un torrione. Al posto di quella dimora è sorta la bella villa palladiana "Da Porto Barbaran", opera del francese Cherrette, costruita a partire dal 1662. La storia narra che Da Porto si ritirò nella sua Montorso dopo che una ferita di guerra lo ebbe sfigurato e reso molto cagionevole di salute. Quello che di questa tormentata e melanconica figura possiamo ritrovare venendo qui a Montorso è il colle chiamato la Fratta. Allontanandosi dalla magione, si gira a sinistra per imboccare via Villa; qui si trova la casa dei fattori dove Da Porto amava soggiornare e dove, secondo gli abitanti del paese, ancora si aggira il suo inquieto fantasma (la leggenda ha acquisito notorietà internazionale dopo un documentario realizzato da una tv giapponese sul fantasma di Da Porto, evocato nel teleschermo da una medium!). Alla fine di questa strada, sulla sinistra, inizia la salita al colle su cui Luigi era solito sostare e rimirare i due castelli di Montecchio Maggiore che oggi sono intitolati a Giulietta e Romeo.

Per informazioni

Associazione Strada del Recioto e dei Vini Gambellara D.O.C.

Via Borgolecco n. 2 – 36053 GAMBELLARA (VI)

0444.444183 –

stradadelrecioto@libero.it

STUDIO P.R.P.

Alessandra Canella

Via del Vescovado, 79

35141 Padova

canella@studiopierrepi.it

Tel. 049 - 8753166

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