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L'ex Pontremolese, Aulla - S. Stefano Magra, una attrattiva greenway strategica per lo sviluppo della rete cicloturistica italiana di lunga percorrenza

Notizia del 11/01/2015

Il recupero e il riuso di questa straordinaria risorsa paesaggistica, porta cicloturistica della Toscana da nord, rischia ad oggi d'essere stupidamente deprivata di senso e di memoria a causa di un Planivolumetrico pasticciato insistente sull'aerea dell'ex-stazione di Aulla (Massa-Carrara).

"Prima di essere una visione cosciente, ogni paesaggio è una visione onirica. Solo i paesaggi già visti in sogno si osservano con passione estetica (…) L'unità di un paesaggio si offre come il compimento di un sogno sognato spesso. (…) Con i sogno soffriamo e con i sogni guariamo."

Mi tornano spesso queste parole di Gaston Bachelard (L'Eau et les rêves 1942, trad it. 1992, Psicanalisi delle acque. Purificazione, morte e rinascita, pag.15) quando penso ai progetti di paesaggio cui nella mia vita mi sono appassionato, e che non hanno avuto pieno compimento, almeno fino ad oggi; fra questi, da ultimo, il recupero a greenway dell'ex ferrovia - a seguito di variante di tracciato della Pontremolese, Parma-La Spezia - nel tratto Terrarossa-Aulla-S.Stefano Magra, che poi prosegue, parimenti abbandonata, fino a Sarzana. Progetto di greenway che rientra nello sviluppo qualitativo di due fondamentali strategiche Ciclovie italiane: l'EuroVelo n.° 5 Francigena e la BicItalia n.° 16 Tirrenica ovvero la Ti-Bre (Brennero-Tirreno)_dolce, aullaVerona-Mantova-Parma-Passo della Cisa-Pontremoli-Sarzana-Pisa-Livorno. Quest'ultima in particolare, la Ciclovia Ti-Bre_dolce, è volta ad attrarre in Pianura Padana gli importanti vivificanti flussi cicloturistici nord e mittel europei che scendono dal Brennero e dalla Pusteria per raggiungere la Toscana attraverso la sua più naturale e comoda porta: il Passo della Cisa e la Val Magra-Lunigiana. Circa 20 chilometri di sedime ferroviario dismesso, quasi già disponibile per il suo intero unitario recupero a percorso ciclopedonale in sede propria di qualità, con gallerie, ponti, terrapieni, vegetazione d'alto fusto, dolcissime sequenze di viste micro-macro, viste lunghe a tutto campo sui castelli, - quello di Lusuolo in particolare, traguardato dai resti della romanica Chiesaccia di Fornoli - praterie e boschi golenali, la cresta delle Appuane a sud, e viste ravvicinate sul luminoso greto del Magra, ora stretto ora largo, e sulle sue azzurrognole acque, attraversamenti di antiche borghi, lungo uno dei paesaggi fluviali più belli e interessanti d'Italia, la Val Magra, segnata in primis da uno dei fiumi, il Magra appunto, con l'acqua dicono, più in buona salute di tutto l'Appennino.

Questo "Progetto di tutela recupero e valorizzazione a greenway dell'ex Pontremolese‚ cui più volte negli ultimi anni ho invitato e sollecitato a rivolgersi e ad applicarsi le comunità e le amministrazioni locali e regionali, sia toscane che liguri ed emiliane, nonché i più diretti stake holders, in particolare FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta e Co.Mo.Do.- Confederazione Mobilità Dolce, richiede la più attenta premura, competenza, e visione, per non sprecare una strordinaria risorsa: l'exPontremolese appunto! Purtroppo ad oggi così non sta avvenendo nell'area dell'ex-stazione di Aulla, dove l'amministrazione comunale ha approvato un progetto planivolumetrico pasticciato che se realizzato come indica il disegno semplicemente distruggerà la continuità ciclabile del recupero del sedime rettilineo del primo binario tangente il fronte dell'exstazione, demenzialmente distruggendo il suo naturale esistente allineamento con l'accesso al ponte exferroviario sul torrente Aulella affluente del Magra proprio nei pressi della dell'exstazione di Aulla, in uscita verso S.Stefano M.

Umberto Rovaldi

Architetto paesaggista, Consigliere Nazionale FIAB Federazione Italiana Amici della Bicicletta e Vice-Presidente Co.Mo.Do. Confederazione Mobilità Dolce

Per saperne di più sulle exferrovie recuperate all'uso ciclistico in Europa e in Italia in particolare, vedasi la monografia a cura di Giulia Cortesi e Umberto Rovaldi "Dalle rotaie alle bici.+Bici+Treni+Bici+Treni" FIAB 2011. Utile per una visione d'insieme sulle suggestioni paesaggistiche e di archeologia industriale che offrono le storiche linee ferroviarie abbandonate, degne della massima tutela per lo sviluppo della mobilità dolce oggi in Italia è inoltre il volume "Ferrovie delle meraviglie" a cura di Massimo Bottini e Albano Marcarini, Co.Mo.Do. 2013.

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