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Notizia del 15/08/2014
Le origini del nome Paola Secondo alcuni manoscritti di autori seicenteschi, il nome Paola era attribuito all’insediamento di un’antica colonia greca proveniente da Patikos, da cui si poteva dedurre l’assonanza con Paola.
Con la conquista romana della Calabria, un console romano di nome Lucio Emilio Paolo stabilì la propria residenza nella città calabrese. Da qui deriverebbe il nome Paola.
Nella lingua latina la parola Pabula vuol dire terra da pascolo. Da alcuni documenti importanti si è appreso che Paola era un casale di Fuscaldo, amministrato dai marchesi Spinelli di Fuscaldo. Il suo territorio, ricco di vegetazione, era usato soprattutto per il pascolo degli animali.
Tra queste ipotesi la più accreditata dagli storici è proprio quest’ultima, che a differenza delle altre due è avvalorata da testimonianze storiche.
Dominazione Romana
La Calabria nella sua storia è stata abitata fin dai tempi più antichi da diversi popoli come gli Enotri, gli Ausoni, i Lucani e i Bruzi. In particolare quest’ultimi si stabilirono sull’altopiano della Sila verso la metà del IV secolo a.C. e una volta consolidatisi in una grande lega stabilirono la propria capitale a Consentia. A questi subentrarono i Romani intorno al II secolo a.C. A testimonianza della dominazione romana a Paola, ci sono delle tracce trovate nella località denominata Tina, situata sul versante nord della città, oggetto di studio da parte di alcuni archeologi. Durante gli scavi sono state scoperte tracce di una casa colonica romanarisalente al II secolo a.C. circa. Sono state trovate suppellettili, monete e scheletri. Lo schema della casa colonica si articolava con una parte urbana costruita con materiali lussuosi come vetro, marmo, mosaici e ceramiche, destinata alla famiglia del console e una parte fruttuaria destinata alla lavorazione a alla conservazione dei prodotti agricoli.
Dominazione Bizantina
Nel 395 con la morte dell’imperatore Teodosio ci fu la scissione dell’Impero romano, che fu diviso in due, Impero romano d'Occidente e Impero romano d'Oriente. Il primo fu affidato al figlio minore di Teodosio, Onorio; il secondo al figlio maggiore dell’imperatore, Arcadio. L’impero bizantino comprendeva parte dell’Italia centrale, l’Italia meridionale e l’Asia minore, quindi anche il territorio di Paola diventò possedimento bizantino, questo determinò anche il passaggio di queste zone al culto ortodosso.
Il regno di Giustiniano fu segnato da una continua lotta per il predominio sul territorio italiano contro gli Ostrogoti prima e i Longobardi poi. Nel 536 i possedimenti bizantini erano ridotti all’Esarcato d’Italia, alla Repubblica di Venezia, al Ducato di Napoli, alla Sardegna e alla Corsica, alla Sicilia e al Ducato di Calabria. Nei secoli successivi i bizantini si trovarono a fronteggiare le invasioni di Arabi e Saraceni, a seguito di queste invasioni la Sicilia cadde in mano araba e il Ducato di Calabria fu costantemente flagellato dagli islamici. Proprio in questo periodo la Calabria divenne l’angolo preferito del crescente monachesimo italo-greco, i monaci, in seguito alla conquista araba della Sicilia, si trovarono costretti a vivere in continuo pericolo, così la abbandonarono per stabilirsi in Calabria, soprattutto lungo il versante tirrenico.
Nel territorio di Paola monaci di S. Basilio, in particolare dell’Ordine Basiliano di San Giosafat fondarono due monasteri, uno nella località Badia, consacrato a S. Maria della valle di Giosafat e delle Fosse, l’altro sul versante nord del territorio, consacrato a S. Michele Arcangelo. Da un’analisi architettonica, storica e rituale possiamo capire che siamo di fronte ad un tipo di monastero denominato Laura. Questi centri religiosi avevano una funzione di controllo sulla popolazione in collaborazione con il feudatario locale, il potere religioso ed il potere costituito collaboravano per ottenere il rispetto e la devozione che pretendevano dai cittadini per lo sviluppo della società dell’epoca. Nell’anno 1110 la moglie del feudatario di Fuscaldo Roberto de Bubum fece una donazione scritta ai monaci del monastero di S.Maria delle Fosse. Grazie a questa donazione i monaci ottennero in concessione il possedimento dove avrebbero poi eretto il monastero, un antico mulino ad acqua, del bestiame e dei contadini per la lavorazione della terra. Con questa donazione Sica (vedova di Roberto di Bubum) tentò di favorire l’opera dei religiosi verso la popolazione, ottenendo, anche, l’obbedienza di questi.
Dominazione Normanna
Intorno all’anno 1000 d.C. a bordo dei possenti drakkar arrivarono in Italia i Normanni, un popolo di guerrieri provenienti dalla Scandinavia. Essi erano guidati da Guglielmo d’Altavilla, detto braccio di ferro e da suo fratello Drogone. In breve tempo questi condottieri tolsero ai bizantini il dominio dell’Italia meridionale, iniziando dalla Sicilia. Nel 1050 arrivò in Calabria Roberto d’Altavilla, detto il guiscardo, raggiunto nel 1057 da suo fratello Ruggiero. I due iniziarono ad assediare le principali città della Calabria, trovando dapprima l’opposizione del papato. Nella battaglia di Civitate l’esercito di volontari guidato da Leone IX subì una disfatta totale e lo stesso pontefice fu catturato dai Normanni. Con l’arrivo degli scandinavi tutte le diocesi ortodosse furono convertite in diocesi cattoliche, così Papa Niccolò II decise di stringere un’alleanza con i nuovi padroni del meridione e nel 1059 a Melfi investì solennemente Roberto il Guiscardo del titolo di ‘’Duca di Puglia, Calabria e Sicilia’’. La città di Paola deve ai Normanni la costruzione del ‘’Castello di Paola’’ intorno all’anno 1110 d.C. Questa roccaforte fu eretta usando malta e tufo, in una posizione strategica che sovrastava la città e aveva lo scopo di difendere monaci e abitanti dai soldati che passavano attraverso il territorio paolano.
Dominazione Svevo-Angioina
Durante il regno di Federico II di Svevia la Calabria raggiunse uno dei suoi momenti di maggiore prosperità. Il sovrano aveva la sua residenza a Melfi, in Basilicata. Egli fece costruire il castello e il Duomo di Cosenza e la fortezza di Rocca Imperiale sullo Ionio. I calabresi rimasero sempre fedeli agli Svevi, anche dopo la morte diCorradino di Svevia ucciso per ordine di Carlo I D'Angiò, che prese il potere a Napoli. Anche Paola beneficiò di questo periodo prosperoso. La cittadina iniziò progressivamente ad ingrandirsi fino a che, quando la Calabria passò dal dominio Svevo a quello Angioino divenne feudo, e fu affidato alla famiglia Ruffo. Nel 1418Polissena Ruffo sposò il duca di Milano Francesco Sforza, portando anche in dote il territorio Paolano. Polissena morì avvelenata da uno degli zii nel 1420 senza dare eredi al duca di Milano, Paola e gli altri paesi che aveva portato in dote tornarono quindi alla sua famiglia. Il feudo di Paola fu portato nuovamente in dote da Covella, sorella di Polissena, quando sposò Giovanni Antonio Marzano. Dalla loro unione nacque Marino Marzano, che fu spogliato del feudo per aver congiurato contro il Re di Napoli Ferdinando I d'Aragona, detto Ferrante.
Dominazione Aragonese e Francese
Con l’arrivo degli Aragonesi Paola raggiunse lo status di Città, fu proclamata tale da Ferdinando II di Aragona. Durante lo sbarco, avvenuto nel 1283, gli abitanti della contrada Fosse, per evitare di essere coinvolti negli scontri, si trincerarono nelle zone limitrofe al Castello di Paola, scombussolando gli equilibri che ruotavano intorno all'antica abbazia della loro contrada. Il monastero andò incontro quindi ad un inevitabile declino, nonostante il prodigarsi degli ultimi abitanti e dei monaci.
Il 2 luglio 1555 la città fu assediata dai Turchi, comandati da Dragut Rais, il quale, dopo averla saccheggiata e incendiata, assalì il Convento dei Frati minimifondato da San Francesco e lo depredò. Ripresasi, la città continuò a vivere come gli altri paesi della Calabria, ma andava sempre più ingrandendosi, crescendo anche in importanza.
Il 18 ottobre del 1806, Paola subì l'occupazione da parte dei Francesi. Essi incendiarono e saccheggiarono il Santuario di S. Francesco, che restò deserto. In seguito ad una legge emanata da Gioacchino Murat nel 1809, iniziò la soppressione di tutti gli ordini religiosi del regno di Napoli, compreso il protocenobio dei Minimi di Paola, nonostante la sua importanza, i conventi furono tutti convertiti ad altro uso, spesso militare, le chiese passarono al clero diocesano e tutti i beni clericali confiscati.
Regno delle Due Sicilie e Regno d’Italia
Dopo il Congresso di Vienna avvenuto nel 1815 fu restaurato il Regno delle Due Sicilie, su cui regnava Ferdinando IV di Borbone (Ferdinando I delle Due Sicilie). Nel 1844 il re Ferdinando II delle Due Sicilie e la sua consorte Maria Teresa d’Asburgo visitarono Paola per voto. In seguito il re tornò il 29 ottobre 1852accompagnato dal principe ereditario Francesco II delle Due Sicilie.
Durante il risorgimento, Paola partecipò al movimento di Garibaldi. L’eroe dei due mondi, tuttavia, non passo dalla città, a differenza dei suoi Garibaldini. Essi furono persino aiutati dal Comune quando le truppe comandate da Nino Bixio e Giacomo Medici s’imbarcarono per raggiungere Garibaldi a Napoli. Prima della costruzione della Ferrovia Paola-Cosenza nel 1910, il porto di Paola era molto trafficato, i piroscafi provenienti da Napoli e Messina erano carichi di merci e viaggiatori e il commercio fiorente.
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