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Notizia del 22/11/2007
ALBANA: UNA BELLA SIGNORA
CHE NON SA COME PRESENTARSI
E’ stato il primo vino bianco italiano a DOCG. ma non è conosciuto né apprezzato come meriterebbe. Non manca la qualità ma il marketing. Bisogna dagli un’immagine precisa e comunicarla.
Il Consorzio Vini di Romagna ha degnamente celebrato i 20 anni della DOCG dell’Albana (e i 40 dalla DOC) con un’interessante conferenza stampa tenutasi nella splendida rocca Vescovile di Bertinoro, un luogo particolarmente indicato, non solo per la struggente bellezza, ma anche perché, secondo la leggenda proprio qui, a proposito dell’Albana, Galla Placidia, figlia dell'imperatore Teodosio esclamò: "Non così umilmente ti si dovrebbe bere, bensì berti in oro, per rendere omaggio alla tua soavità!", dando contemporaneamente un nome al paese e fama all’Albana (ahimè non imperitura!).
Nel convegno si sono esaminate con sincerità luci ed ombre di questo vino che, pur essendo stato il primo bianco e DOCG, non ha saputo raggiungere la fama che si merita.
Anche l’appassionata difesa che gli ha tributato il grande chef Gianfranco Bolognesi si è limitata alla versione “Passita”. Gli altri interventi di produttori, sommelier e dei rappresentanti del Consorzio, dell’Enoteca Regionale e della Regione stessa (per bocca dello stesso Assessore Tiberio Rabboni) hanno giustamente sottolineato gli enormi progressi tecnici che si sono registrati nella produzione di questo vino. E di ciò va dato pienamente atto.
Solo con l’intervento dei giornalisti Sergio Miravalle de La Stampa e Marco Gatti del Club Papillon si sono pienamente compresi i problemi che restano ancora insoluti e che hanno portato la produzione dai 32.936 hl. di vino del 2001 ai 20.504 hl. del 2005 (ed ancor meno l’anno prima). I fattori sono molteplici, ma si possono riassumere in un concetto: mancanza di un coerente piano di marketing. Infatti molti produttori si sono lasciati andare a seguire la moda ed un marketing orecchiato: colore chiaro, sapore e gradazione leggeri e via dicendo. Naturalmente il consumatore di fronte a questi vini privi di personalità non ha trovato motivazioni per abbandonare il consumo di vini più noti e pubblicizzati. Ma c’è stato anche un altro errore: nel disciplinare erano ammesse tutte le versioni immaginabili: Secco, Amabile, Dolce, Frizzante, Spumante (non però nella DOCG) e finalmente Passito, la versione che giustamente sta ottenendo più successo.
Naturalmente tutto questo non ha consentito di caratterizzare un vino pur così dotato di qualità. A ciò si aggiunga che non è mai stata fatta una promozione seria di questo vino, che invece avrebbe una possibilità di grandissimo successo, sia per i suoi meriti intrinseci, sia perché è l’espressione di una terra che non conosce neppure le sue ricchezze: piena di storia, di paesaggi incantevoli, di monumenti unici. Del resto anche la sede in cui era ospitato l’evento, che risale al X secolo e che ospitò Federico Barbarossa e la sua corte, è una testimonianza eloquente di ciò.
Per quanto riguarda la caratterizzazione tipologica dell’Albana, abbiamo appreso con piacere che è in corso la revisione del disciplinare, speriamo in senso restrittivo.
Ci auguriamo vivamente che da qui inizi la riscossa dell’Albana e che i produttori e le Istituzioni capiscano finalmente che hanno in mano un patrimonio inestimabile, ma ormai non basta più fare un buon vino, perché lo stanno già facendo anche in Cile ed in Australia, per di più a prezzi molto inferiori: noi dobbiamo fare un vino che sia un concentrato di emozioni liquide, di piacere, cultura, sogno.
E la Romagna ha un immenso patrimonio di questi beni, però non lo sa comunicare. Ma non è mai troppo tardi.
Gianluigi Pagano
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Osservatorio Nazionale dei Parchi d'Informazione
Lettura dal 30/09/2007 al 30/08/2008
Evento n. 72 ( segnalazione del Parco d'informazione Bologna,Capitale del gusto )
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