News | Trentino-Alto Adige | Montagna

A Cavareno l’ inaugurazione della «Fucina dei mestieri»

Notizia del 01/06/2014

lavori di una volta tornano in auge

A Cavareno l’ inaugurazione della «Fucina dei mestieri». Il primo corso è partito, si raccolgono iscrizioni per i successivi

di Giacomo Eccher

CAVARENO. Molte autorità e tanta gente per la festa inaugurale de “La Fucina dei mestieri”, scuola di artigianato per adulti che, ispirandosi alla “Winterschule” altoatesina, promuove il recupero di vecchi mestieri.

«Idea nata dalla presidente della Charta di Regola, Francesca Malench, e che il Comune ha subito cercato di concretizzare. Sembrava un sogno ma grazie a tante persone, molte delle quali sono qui oggi, il sogno è ora realtà» - ha esordito l'assessora comunale alle politiche sociali, Raffaella Battocletti. Sul lungo tavolo della sala di rappresentanza della Cassa Rurale Novella e Alta Anaunia (che ha appoggiato l'iniziativa) c'erano la consigliera di parità della Provincia, Eleonora Stenico, i presidenti degli artigiani della Provincia e della valle, De Laurentis e Zadra, gli assessori delle Comunità di valle, Clauser e Noldin, il sindaco Zani, il presidente Apt Paternoster, il delegato della Rurale Zini e il senatore Franco Panizz.

«Masa per Ciaveren» – ha detto cedendo per un attimo al dialetto l'assessora Battocletti ma anche la dimostrazione visiva – ha precisato - che quella che ha preso il via sabato scorso è davvero una grande idea che può lasciare un segno dando una prospettiva se non di lavoro almeno di arrotondamento del reddito. Un messaggio anche per i giovani perché – ha concluso l'assessora Battocletti – «la manualità non è seconda allo studio ed al sapere come dimostrano i tanti, e grandi, artigiani che in valle hanno lasciato il segno del loro ingegno».

«Un'idea per le donne ma anche per gli uomini: tutto quello che serve per aumentare le possibilità di lavoro è importante e va seguito» - il parere della consigliere di parità, Stenico, mentre De Laurentis ha ricordato l'importanza dell'artigianato nell'economia del Trentino di ieri, di oggi e di domani. «Perché l'artigiano non delocalizza nemmeno in tempo di crisi e paga le tasse fino all'ultimo euro, checché se ne dica. E poi fare l'artigiano è scelta di libertà, di inginocchiarsi quando lo vogliamo noi e non quando ce lo dicono altri».

Tanto interesse per l'iniziativa anche dall'assessora Noldin della Comunità val di Sole, mentre il senatore Panizza ha ricordato la storia del gruppo della Charta della Regola e dell'originale Cialender nones che ogni anno racchiude e tramanda il bello della manualità che ci viene dal passato.

Per quanto riguarda i corsi, quello di Patchworkèm è già partito da qualche giorno, e a fine settimana (se arriveranno iscrizioni sufficienti) partirà anche quello sulla lavorazione della lana. Poi ne saranno proposti altri quattro, sempre se ci sarà un numero adeguato di partecipanti, come tutti si augurano.

«Cerchiamo adesioni per dare concretezza a questa idea che può davvero rappresentare un svolta» - ha affermato Maddalena Springhetti che ha inquadrato l'iniziativa nel contesto dell'Alta Anaunia, lontana dalla città ma vicina all'Alto Adige ed ad una cultura dove lavori del passato (vedi la confinate val d'Ultimo) sopravvivono e sono volano anche per il turismo, perché esprimono un'identità.

Dopo l'ideale taglio del nastro, gli alpini hanno offerto ai presenti una castagnata con vin brulè, mentre le Donne Viola del paese (altra importante realtà del volontariato di Cavareno) hanno offerto un ricco menù di dolci.

Torna a inizio pagina


Grafica e layout by mb - Tecnologia Webasic