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Italia del gusto visita Montescaglioso

Notizia del 14/11/2007

La delegazione della Lucania di Italia del gusto ha visitato in incognito Montescaglioso, per verificare le condizioni di un suo inserimento nell'Azione Borghi Europei del gusto.

"Il paese sorge su un rilievo collinare che, a circa venti chilometri in linea d’aria dalla costa jonica, divide la valle del Bradano dalla valle della Gravina.La posizione sin dai tempi più remoti ha permesso alle popolazioni insediate sul sito di controllare il tratto terminale della valle del fiume Bradano che collega la costa jonica di Metaponto con la valle dell’Ofanto, la quale a sua volta costituisce il principale collegamento appenninico tra Puglia e Campania.

Le attestazioni di insediamenti umani nel territorio e nell’abitato di Montescaglioso risalgono fino al VII sec. a.C. Le ricerche archeologiche segnalano insediamenti abitati di notevoli dimensioni sulle colline circostanti il fiume Bradano a Cozzo Presepe, Difesa S. Biagio, Contrada Pagliarone e numerosi piccoli insediamenti rurali sparsi in tutto il territorio. L’insediamento più vasto e importante corrisponde all’attuale Montescaglioso ove lentamente, dopo i secoli IV e III a.C., si trasferiscono le popolazioni insediate negli altri abitati. L’intera area è strettamente collegata alla città magnogreca di Metaponto fondata da coloni greci a metà del VII sec. a.C. in prossimità della foce del fiume Bradano. Le popolazioni dell’immediato retroterra e quindi di tutto il territorio di Montescaglioso, vivono di intensi scambi e contatti con i centri greci della costa jonica. Nelle vaste necropoli rintracciate a Montescaglioso si rinvengono corredi funerari con materiali prodotti o importati a Metaponto e nei centri della Magna Grecia, da Taranto fino a Sibari.

Chiesa Madre

Con la decadenza di Metaponto in epoca romana ed il progressivo insabbiamento del porto della città greca, il centro greco-indigeno di Montescaglioso assume nel territorio un ruolo sempre più importante. È anche probabile che una parte della popolazione di Metaponto costretta ad abbandonare la città e a disperdersi negli abitati limitrofi dopo essersi schierata con Annibale nel 207 a. C., si sia trasferita a Montescaglioso. Le ricerche archeologiche svolte negli ultimi decenni hanno permesso di comprendere l’assetto della città greco-indigena che appare molto vasta. L’insediamento più antico e fortificato doveva sorgere sul sito del nucleo medievale. Nelle aree circostanti l’Abbazia benedettina di S. Michele, nel cuore del centro storico, sono state rintracciate resti di strade e di abitazioni risalenti all’età greca. Nei chiostri dell’abbazia nel 1991 è stata scavata una ricca necropoli che attesta la presenza di una potente elite locale. Più a valle, in località Porta Schiavoni, sono venuti alla luce tratti imponenti di una cinta muraria datata ai secoli IV-III a.C. costruita con imponenti blocchi di tufo posti in opera a secco. In altre aree sono state ritrovati resti di fornaci e di vaste necropoli.

Alla fase romana della città appartiene un mosaico che attesta la presenza a Montescaglioso di una magistratura repubblicana e di un grande edificio pubblico. Un telamone in tufo proveniente da un altro edificio pubblico di Montescaglioso è conservato nel Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. Nel territorio gli archeologi hanno indagato i resti dell’abitato indigeno a Difesa S. Biagio del quale sono note le necropoli, alcuni impianti produttivi e parte del tessuto urbano. Nell’abitato di Cozzo Presepe, si conosce l’andamento di tratti della cinta muraria con i resti di una porta. In contrada Pagliarone sono state invece rintracciate numerose sepolture. Nella fase storica imperiale e tardo imperiale è probabile che il paese abbia conosciuto una lunga fase di decadenza e spopolamento determinata dalla nuova organizzazione del territorio imposta dai Romani incentrata essenzialmente sul latifondo. Nuove testimonianze della città compaiono solo nell’altomedioevo.

Diventata roccaforte bizantina, dopo il 1000 fu conquistata dai Normanni e accolse un'importante comunità benedettina. Federico II l'assegnò a Manfredi. Sotto gli Angioini e gli Aragonesi fu feudo di vari signori: D'Avalos, Orsini, Loffredo, Grillo e Cattaneo.

Nel 1848 ebbe un forte movimento contadino di occupazione delle terre demaniali.

Nel 1943 la cittadinanza insorse contro i gerarchi fascisti.

Nel secondo Dopoguerra fu teatro delle grandi lotte contadine per l'occupazione delle terre, grandi latifondi nelle mani di pochissimi proprietari terrieri. Ogni giorno i contadini si riunivano in piazza all’alba e, ancora buio, si recavano su terreni sempre diversi, li occupavano, aravano e seminavano. A fine giornata tornavano al paese e, prima di rientrare a casa, si incontravano nella Camera del Lavoro per prendere accordi per il giorno dopo. Fu una rivolta agguerrita in cui perse la vita il bracciante Giuseppe Novello. Nella notte tra il 13 e il 14 dicembre 1949, partirono da Matera cinque camion di carabinieri con l’intento di impedire il corteo che si stava formando e diretto ancora una volta sulle terre. Venne tolta l’energia elettrica, il paese piombò nel buio ed i carabinieri iniziarono le perquisizioni. Montescaglioso fu svegliata di soprassalto da un pesante rumore di passi nelle strade e da un bussare alle porte. Poi cominciarono i primi arresti e la popolazione si riversò nelle strade. Uomini, donne e bambini s’incamminarono verso la Camera del Lavoro chiedendo a gran voce di liberare i loro familiari che erano stati presi dai carabinieri. Una folla di gente che premeva e gridava contro le forze di polizia che lasciarono sul terreno una cinquantina di feriti, tra cui Giuseppe Novello ferito a morte.

Le lotte si conclusero con la realizzazione della riforma agraria. Pur fra contraddizioni la città si avviò verso una florida attività agricola soprattutto nel settore dell'ortofrutticoltura. Negli ultimi anni del Novecento ci si è orientati verso un tentativo di valorizzazione turistica." (Wikipedia)

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