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Un salto a Quero

Notizia del 13/01/2013

“LOCANDACHIOCCIOLA” si trova a Quero, paese di antiche origini situato tra l’area montana bellunese e la pianura trevigiana, vicino ad una stretta naturale della valle del Piave.

La storia del paese ha inizio già in epoca romana, come testimoniato dalla lapide murata nella parete esterna della Parrocchiale. Dalla fine del primo millennio fino all’inizio dell’’800, Quero è legato a Treviso e a Venezia, risale infatti al 1376 la costruzione, da parte della Serenissima, della fortezza di Castelnuovo, baluardo in posizione strategica per il controllo delle vie stradale e fluviale. Ancora agli inizi del ‘500, al tempo della guerra di Cambrai, è oggetto di contesa e teatro di combattimenti. Nel secolo scorso, infine, le due guerre mondiali hanno colpito pesantemente il paese, che ha conosciuto la distruzione quasi totale nella guerra del ’15-’18. Il sacrario militare che sorge sul “col maor” raccoglie le spoglie di 229 soldati germanici e 3232 austroungarici.

Tra le cose da visitare a Quero, oltre a Castelnuovo e il sacrario militare, certamente la chiesa parrocchiale che affonda le radici in epoca altomedievale, con testimonianze che risalgono al 1297. La sistemazione neoclassica attuale risale al 1806, ideazione dell’architetto feltrino Sebastiano De Boni che si premurò di sottoporre il disegno all’amico e mentore Gianantonio Selva, autorevole rappresentante dell’architettura veneta di primo ‘800, progettista tra l’altro del teatro La Fenice di Venezia e del teatro di Feltre. All’interno della chiesa si conservano alcune pregevoli opere d’arte: due Angeli cerofori ai lati dell’altar maggiore, opera dello scultore seicentesco di origine lombarda Tommaso Allio; un’altra scultura seicentesca, raffigurante forse San Giovanni fra i leoni, collocata su uno dei quattro sontuosi altari laterali; quindi alcune grandi tele. Una di esse, realizzata tra il 1580 e il 1583 circa, appartiene a Domenico Tintoretto e rappresenta L’incoronazione di spine, forse parte di un ciclo di teleri affidati ai più celebri pittori veneti dell’epoca, da Carlo Calieri a Palma il Giovane al quale è attribuita l’altra grande pala raffigurante La Discesa di Cristo nel limbo. Sempre cinquecentesche la Crocifissone e Cristo Risorto, ma un’ultima doverosa citazione va riservata alle due pale situate sopra l’ingresso e raffiguranti una Madonna con Bambino in trono, San Pietro, San Giovannino, San Sebastiano, San Andrea e altri Santi con una costruzione in diagonale che fa ricordare Tiziano.

Il paese, vicino a Feltre, si raggiunge facilmente attraverso la ex statale Feltrina che conduce a Treviso distante poco più di trenta chilometri. Le caratteristiche paesaggistiche e panoramiche, oltre agli agevoli collegamenti stradali, fanno di Quero, delle sue frazioni e dei paesi limitrofi una meta ideale per escursioni interessanti e piacevoli. Da ricordare per gli appassionati di Alpinismo la palestra di roccia di Schievenin, per gli amanti del trekking i sentieri verso il Monte Grappa o ancora verso il Monte Tomatico, per gli appassionati d’arte vale la pena di fare un salto anche nella vicina Alano di Piave dove, all’interno della chiesa parrocchiale, si trova la pala del 1622 di Tiziano Vecellio detto il Tizianello, ultimo esponente della dinastia vecelliana. Da visitare anche i musei dedicati alla Grande Guerra di Campo e Caorera.

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