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Notizia del 06/01/2013
La storia vitivinicola della Valsugana trova radici antichissime. Già nel Terziario si è scoperto che esistevano forme selvatiche di vitis vifinera nella zona. Le prime forme di addomesticamento e allevamento le troviamo, invece, con i Reti e gli Etruschi nel IX sec. a.C..
Nonostante la ancora grande precarietà del settore viticolo la grande potenzialità dei vini della zona non ci mise molto a farsi conoscere. Al tempo dei Romani, infatti, i vini della Valsugana erano usati per i grandi banchetti ufficiali organizzati dagli imperatori. Nel Medioevo ci fu una grande bonifica ad opera di agricoltori germanici assunti dai nobili dell’epoca per sfruttare al meglio le potenzialità della valle.
Grazie poi al Concilio di Trento la produzione enologica trentina ebbe la sua sacralizzazione. Nel 1670, infatti, l’autore Mariani scrive:” In Trentino vi è vino per 3 anni e grano per 3 mesi … Vini stimabili sì bianchi come rossi e di effetto costante …”. Il cosiddetto vino retico, ovvero quello che proviene da vigne su pendii esposti e dal clima mite, era tra i più apprezzati e bevuti nell’epoca.
Con il susseguirsi dei decenni e delle conoscenze in questo settore furono apportate molte modifiche sia al territorio, che ai metodi di allevamento, che al tipo di uva da coltivare. Un ruolo fondamentale è sicuramente quello svolto dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige e dalla Società Agraria che promossero diversi studi e ricerche sui vitigni autoctoni della zona e cominciarono con impianti sperimentali di diversi vitigni. Questo fu sicuramente un gran passo avanti per l’economia viticola del tempo che portò all’apertura della cantina sociale di Borgo Valsugana nel 1892.
Nel periodo post fillossera si capì che buona parte dell’economia in questa zona era incentrato sul settore enologico e, anche per questo, nacque la Società Enologica Trentina che aveva come primo obiettivo quello di togliere ai vini quei difetti che erano considerati inadatti al grande commercio.
Da questo breve excursus possiamo facilmente intuire come il settore del vino sia sempre stato una parte importante ed integrante dell’economia della zona.
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