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Notizia del 03/06/2007
Ortezzano, borgo del gusto
“Da lontano appare, imponente resto delle fortificazioni, una torre ben conservata, a base pentagonale irregolare e merlatura ghibellina. Le origini sono remote e, nel terreno, si sono rinvenute tracce della presenza etrusca e, soprattutto, picena. Il suo nome ha avuto interpretazioni contrastanti ed è stato riportato in varie forme: Ortempianum, Ortentianum, Ottazzano. Da Utricinum può derivare il significato di fortezza; c'è però anche chi vi vede un significato prediale, dal possessore di un podere, con riferimento ad un nome gentilizio, forse "Hortensius Utricinum" fu distrutta dai Romani nel 269 a.C., e gli abitanti deportati. Passate le invasioni barbariche fu soggetta ai Farfensi di Santa Vittoria in Matenano. Altra totale distruzione subì nel 1528, ad opera delle truppe francesi guidate da Lautrec e dirette a Napoli. È nato ad Ortezzano il latinista Giuseppe Carboni (1856-1925).”
La Presidenza de l’Italia del gusto ha visitato il borgo, incontrando l’Associazione di promozione turistica agricola e culturale della Valle dell’Aso e il Sindaco, al fine di inserire Ortezzano nella rete nazionale dei borghi del gusto.
Si è trattato di una giornata di autentica informazione che ha portato i giornalisti a conoscere l’azienda agricola Sgaly ( che produce degli ottimi vini),il frantoio Alfredo Agostini, l’agriturismo Vecchio Gelso, l’azienda agricola Catalini (che produce e vende frutta fresca e sciroppata, confetture di frutta e vino cotto) e La Campofilone di Enzo Rossi ( pasta all’uovo dal 1912).
Sergio Catalini ( che è stato nominato in questi giorni delegato de l’Italia del gusto) aveva già partecipato agli incontri de I Mille Colori della Tipicità in provincia di Treviso, proponendo i propri prodotti. In quella occasione anche le paste artigianali de La Campofilone erano state protagoniste di alcuni incontri a convivio.
La delegazione de l’Italia del gusto ha già preparato un piano di comunicazione territoriale, che impegnerà l’associazione e gli enti locali in una stretta collaborazione al fine di far conoscere la Valle dell’Aso ben oltre i propri confini natuali.
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