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La storia di Lugugnano

Notizia del 19/02/2012

Lugagnano è la più popolosa frazione del comune di Sona con 8.604 abitanti (la metà della popolazione residente nel comune), e si tratta di un borgo sorto autonomamente e dalle origini incerte.

Toponimo

Anche delle origini del nome si conosce poco, data anche la sua rarità: esistono, oltre a questo paese, anche Lugagnano Val d'Arda e Cassinetta di Lugagnano, mentre hanno toponimi simili Lughignano, Lugugnana e Lucugnano, dall'etimologia però diversa. Sono varie le ipotesi sull'origine del toponimo Lugagnano:

da lucus Jani, cioè bosco e radura dedicate a Giano, divinità latina di cui però non si è riscontrato il culto nel veronese;

da lucus Anneianus, cioè bosco e radura dedicate ad Anneio, versione accettata dal comune di Lugagnano Val d'Arda;

da lucanianus, derivato da Lucanus anu, cioè possedimento di Lucano o delle gens lucana, versione più probabile, ed accettata anche da Cassinetta di Lugagnano;

da lucanica, traducibile in "terra delle lugàneghe", salsicce di maiale tipiche del Veneto e della Lombardia, ma questa ipotesi appare piuttosto ridicola.

Storia

Ritrovamenti

Attorno a Lugagnano vi sono stati vari ritrovamenti di reperti preromani, di cui il più importante presso la vicina località Ca' di Capri: la famosa spada di Verona, rinvenuta nel 1672 presso un sepolcreto in cui furono ritrovate anche quattro semisfere, probabilmente parti di uno scudo. La famosa spada, secondo studi più recenti, si tratta più facilmente di un attizzatoio votivo, anche per via dell'iscrizione etrusca che porta, traducibile in dono offerto per Remie Hirafasuva e così per Velisane. Secondo alcuni, sarebbe nello stesso luogo che si svolse una battaglia tra Gaio Mario ed i Cimbri nel 102 a.C., narrata da Paolo Diacono. Dall'ipotetica (e dubbia) origine latina del toponimo si può comunque affermare che fino dall'epoca romana vi si doveva trovare un piccolo insediamento, come testimonierebbe il ritrovamento nel paese di un mosaico all'inizio del XX secolo, purtroppo andato perso[3]. Quella sul presunto mosaico romano è tuttavia una notizia che non trova riscontro nè nei documenti ufficiali della Soprintendenza nè sulle Carte Archeologiche della zona. Databili nei secoli successivi sono i ritrovamenti, sempre nel borgo, di monete, resti di muri e resti umani.

Nascita del borgo [modifica]

Il nome Lugagnano compare per la prima volta nel testamento dell'arcidiacono Pacifico, redatto il 9 settembre 844:

(LA)

« simul damus et terras nostras in Lucaniano in Campanea veronense asionense. »

(IT)

« così pure doniamo anche le nostre terre in Lugagnano nella Campagna veronese di Sona. »

(Arcidiacono Pacifico)

Data l'aridità del terreno lugagnanese, però, per lungo tempo la zona fu quasi disabitata ed utilizzata per lo più per il pascolo, fino a quando nel Cinquecento venne introdotto il gelso, che portò l'attività della bachicoltura. Più tardi si riscontra in un documento fiscale la coltivazione a Lugagnano anche di mais, frumento, avena, miglio, grano, orzo, segala, ortaggi, e vino, anche se in bassa qualità e quantità, sempre per la mancanza d'acqua.[4] E fu così che il paese cominciò lentamente ad ingrandirsi, tanto che venne concesso al borgo, il 21 gennaio 1712, la costruzione di una propria chiesa, che fu realizzata in meno di due mesi con il contributo dei soli paesani: l'8 marzo venne consacrato l'edificio, dedicato ai santi Anna e Bernardo. Nel 1797 si decise infine di creare una parrocchia separata da quella di San Massimo, alla quale la contrada era sempre stata soggetta, e il vicario generale vescovile (sua fu la decisione) osservava l'opportunità di costruire una chiesa più grande, la cui costruzione fu affidata a Luigi Trezza.

Ottocento

Durante la prima guerra di indipendenza Lugagnano fu protagonista delle prime scaramuccie tra soldati piemontesi e austriaci, che si sarebbero poco dopo scontrati nella famosa battaglia di Santa Lucia: sul paese ripiegarono a fine aprile 1.500 soldati austriaci (che poi si diressero verso Verona), dopo che il loro tentativo di occupare la pianura a valle di Sona fu scoperto e annullato dall'attacco delle truppe piemontesi. Il 6 maggio i comandanti delle truppe sabaude decisero un'avanzata momentanea verso Verona con 30.000 uomini e 70 cannoni, e a sua volta il feldmaresciallo Radetzky decide di avanzare da Verona con 16.000 uomini e 63 cannoni, mentre 11.000 soldati rimanevano all'esterno delle mura, pronti ad intervenire in caso di bisogno: Lugagnano, ormai sgomberata da qualche giorno, si trovava proprio a metà strada. Da Lugagnano passa quindi la seconda brigata sabauda (tra l'altro faticosamente, per via della strada mal tenuta e della presenza in tutta la piana di piante e viti), dove si scontra con l'avanguardia austriaca, che deve ripiegare a San Massimo, dove vi è lo scontro con il nemico. I piemontesi furono però sconfitti, e Lugagnano venne nuovamente attraversato da truppe a fine luglio, in particolare dalle brigate Liechtenstein e Pegen, che poi si scontrano a Sona con i piemontesi, e, da qui, avanzarono fino a Custoza, dove si unirono ad altri reparti austriaci e sconfissero i sabaudi nell'omonima battaglia.

Novecento

Solo nel 1928 sono stati iniziati i lavori di canalizzazione per portare l'irrigazione nella piana di Lugagnano, lavori conclusi in pochi mesi, e che videro per prima la messa a coltura dei peschi, simbolo del paese ancora oggi. E dopo le vicissitudine delle guerre mondiali, che hanno toccato marginalmente il paese, inizia la costruzione della nuova chiesa di Lugagnano, dato che la chiesa di Trezza era, ormai, insufficiente. La chiesa, come quella precedente, venne realizzata quasi esclusivamente grazie alle forze dei paesani, ed alle loro donazioni. La scelta dell'ubicazione avviene nel febbraio 1948, in un luogo allora considerato "fuori paese". Il progetto era stato donato dall'ingegnere Demetrio Mazzi (e prevedeva tra l'altro un campanile, che non fu però realizzato), e gli scavi iniziarono il 13 ottobre, grazie allo sforzo, gratuito, dei parrocchiani. Alla fine del 1953 si constatò che, su una spesa di 21.074.335 £ solo 300.000 furono i contributi statali, mentre il resto proveniva dalle tasche dei cittadini lugagnanesi. La chiesa venne inaugurata il 1º maggio 1955, dopo un totale di 78 mesi di lavori, realizzato grazie al sacrificio dei paesani: la chiesa, nonostante sotto il profilo artistico non sia pregevole, sotto quello umano fu un importante lavoro di un'intera comunità.[6] La vecchia chiesa viene invece praticamente abbandonata, e ne venne successivamente richiesta la demolizione per via di presunti problemi di staticità della struttura, anche se in realtà le crepe sulla facciata della chiesa furono allargate ed annerite per giustificare l'abbattimento della chiesa: essa fu quindi abbattuta tra il 28 ottobre ed il 6 novembre 1968. E sempre negli anni sessanta Lugagnano viene travolto dal boom demografico, che, al contrario che in altre aree italiane, continua ancora oggi.

Problema dei confini e unificazione

Lugagnano non ha sempre fatto totalmente parte del comune di Sona, ma fino al 1975 il paese era diviso tra ben quattro comuni (caso unico nella storia italiana, al massimo vi sono stati borghi divisi tra tre comuni)[8]: Verona, Bussolengo, Sommacampagna e Sona. Fino a questo momento la divisione amministrativa del paese fra i quattro Comuni passava proprio al centro del suo abitato, per buona parte del suo percorso il confine si trovava lungo le due arterie principali (la Sona-Verona e la Bussolengo-Caselle), che sono anche le direttrici principali lungo cui è cresciuto il paese, e che vanno a intersecarsi in quello che si può considerare il centro del paese.

Un primo timido e non fruttuoso tentativo di risolvere questo problema fu tentato tra il 1927 e il 1929 dal Podestà di Sona. Un secondo tentativo avvenne nel 1952, un terzo nel 1955, un quarto nel 1958 e un quinto nel 1965, tutti senza alcun esito. Solamente negli anni settanta si riuscì a raggiungere la soluzione al problema. La scelta del Comune di appartenenza fu abbastanza semplice, in quanto la maggioranza della popolazione abitava nel comune di Sona. Partirono così le trattative con gli altri Comuni per la ridefinizione dei confini comunali: per Verona non vi furono problemi e venne scelto come confine l'autostrada A22, per Sommacampagna si scelse la ferrovia Milano-Venezia, mentre con Bussolengo vi furono alcuni problemi, in quanto il confine non era collocabile sulla strada statale 11 che taglia di netto il territorio tra Lugagnano e Bussolengo, perché l'ANAS chiedeva che entrambe le carreggiate della strada fossero sotto un unico Comune e così si optò per un confine poco a sud della strada.

La proposta di legge per la ridefinizione dei confini venne presentata in Regione il 22 gennaio 1974, quindi la Presidenza del Consiglio Regionale con la Deliberazione n° 240 del 10 luglio 1974 indisse un Referendum popolare, che recava il seguente quesito: Sei favorevole al Progetto di legge regionale n° 2 del 1974 dal titolo – Aggregazione al Comune di Sona delle porzioni del territorio di Lugagnano appartenenti al Comune di Verona, Sommacampagna e Bussolengo? Il Referendum si svolse il 20 e 21 ottobre 1974 e votò a favore dell'unificazione il 79% dei votanti.[9]

Demografia

Da quando è diventato parte del comune di Sona, la crescita demografica del paese è sempre stata superiore rispetto alle altre frazioni ed a Sona stessa, per via della maggiore vicinanza a Verona e per il territorio su cui si sviluppa la frazione, completamente pianeggiante (adatto dunque all'urbanizzazione). Alla crescita demografica si è affiancata negli ultimi anni, in particolare dopo la costruzione del centro commerciale La Grande Mela, una notevole crescita di aziende e industrie, che hanno tolto ampi spazi all'agricoltura, in particolare alla peschicoltura, soprattutto nella zona a nord del paese, attorno al centro commerciale.

(da wikipedia)

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