News | Umbria | Terre d'Acqua
Notizia del 08/05/2011
Questo bacino si trova a poche centinaia di metri dal fiume Tevere e quindi dal confine con il Lazio, originatosi dallo sbarramento dei fiume Nera effettuato a scopi idroelettrici nel lontano 1953, è condotto e gestito dall'A.C.E.A. Con una 'estensione originaria di circa 100 Ha e una capienza potenziale di 6 milioni di mc di acqua, il lago ha subito nel corso degli anni l'evoluzione tipica dei bacini di origine artificiale. L'accumulo di sostanze inorganiche e organiche, trasportate dal fiume e dall'origine talora industriale, hanno determinato un notevole interrimento e conseguente eutrofizzazione dei bacino che ora presenta i punti di massima profondità (circa 6 m) in corrispondenza dei vecchio corso dei fiume.
Anse, meandri, rallentamenti in presenza di curve od ostacoli naturali, determinano la formazione di ambienti talora molto interessanti occupati da una flora e una fauna molto diversificate e frequentate anche per la nidificazione da specie ornitiche interessanti. Dall'arca industriale dei piani di Montoro, il fiume Nera si dirige lentamente verso il lago, incassandosi in gole alte fino ad alcune decine di metri. Una fitta vegetazione ripariale costituita da Pioppi, Ontani, Salici, lasciata all'evoluzione naturale, crea qui un ambiente suggestivo, tale da ricordare le gallerie delle foreste equatoriali. Sulle pareti verticali dei fiume si notano varie formazioni di felci tra cui il comune Capelvenere; nella fascia superiore al bosco ripariale si stagliano a volte superbi esemplari di Leccio e Roverella, residuo dell'associazione vegetale (Quercion-ilicetum) precedente alla formazione dell'invaso e riconducibile alla macchia mediterranea. Associazioni assimilabili al tipico bosco igrofilo si riscontrano anche lungo la parte centrale dei due fossi che si immettono nel lato est dei lago ed ancora sostanzialmente integri: il fosso di Buffone e quello di Piccarello. Tra la vegetazione emergente si annoverano la Cannucciola palustre, Carici, Giunchi, Tife, Gigli d'acqua tipici delle zone palustri e in comune coi lago di Recentino. Estese praterie di Potamogeto o Lingua d'acqua ed altre specie come il Miriofillo e il Ceratofillo in associazione con la Lenticchia d'acqua ospitano ancora una discreta popolazione di Rane verdi. Tra gli anfibi si ricordano il Rospo comune e la Raganella, ormai rara. Varia anche la popolazione di rettili ed ancora numerosa. Tra loro si annoverano: Natrice dal collare, Biacco, Saettone, Vipera aspide, Lucertola dei muri, Orbettino. La fauna ittica, scomparsi solo negli anni settanta gli ultimi esemplari di Trota fario e di Luccio pur presenti nel fiume molto più a monte, comprende attualmente: Tinca, Scardolo, Caranio, Carpa, Anguflia, Spinarello, Alborelle, Cavedano. Aspetti interessanti anche l'entromofauna, soprattutto Coleotteri e Lepidotterí di molte specie anche rare, che ora omettiamo per brevità. Naturalmente, all'interno di questa varietà biologica, per certi aspetti ancora ben rappresentata ed in buono stato di conservazione, non potevano mancare i Mammiferi e gli Uccelli: sono comuni l'Istrice, il Tasso, la Volpe, la Faina, la Donnola, la Nutria, il Cinghiale. Incerta risulta la presenza della Martora; ma ricca e varia è la popolazione di micromammíferi, attestata dalla frequenza di rapaci notturni come il Barbagianni, l'Allocco, la Civetta e d'inverno anche il Gufo comune. Sono invero circa 170 le specie di uccelli censite nel corso degli anni, alcune solo occasionalmente, altre in maniera regolare in migrazione, nidifícanti o sventanti.
------------------------------
Notizia n. 572 dasll'Umbria
Torna a inizio pagina