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Cusano Mutri proposto come Borgo Europeo del Gusto

Notizia del 01/05/2011

Elogio “Pro Oppido Cusani”

Si vis Cusani quidam conoscere Lector,

Dico, quod paucis optimum ille locus;

Nam clari fonts, umbrae, pax, otia vitae

Tranquillae, lusus sunt opulentaque humus

Ingenue sunt artes, illic dulcia vina:

Gens bona, clara viris, pulchra benigna pia.

1906 Vincenzo Fiore, Parroco

Cusano Mutri con i suoi 4300 abitanti, è sito sul versante Sud del Matese, inglobato nell’antico Sannio Pentro, oggi al confini tra Campania e Molise, punto di vertice tra le Province di Campobasso, Benevento e Caserta.

La sua conca si estende per circa 6000 ha, con altimetria minima di m. 257 e max 1823 (Monte Mutria), 450 slm il centro abitato. Situato nella Valle del Titerno, Cusano Mutri è uno dei più pittoreschi paesi del Sannio. L’appellativo di “Cantuccio svizzero” ha radice secolare. L’accostamento alla “Terra dei Cantoni” deriva dalla somiglianza dei nostri incomparabili paesaggi a quelli svizzeri. Al borgo medievale, arroccato intorno al castello, fa cornice uno scenario ambientale di straordinaria bellezza.

CENNI STORICI

Cusano Mutri (Benevento), prima dell’Unità Nazionale faceva parte di Terra di Lavoro senza l’appellativo di Mutri. E’ sito sul versante sud del Matese, inglobato nell’antico Sannio Pentro, oggi al confine tra Campania e Molise, punto di vertice tra le Province di Campobasso, Benevento e Caserta.

La sua conca si estende per oltre 6000 ettari con altimetria min. di m. 257 (Lavello) e max 1823 (monte Mutria) s.l.m.

Per gli storici più qualificati Cusano Mutri non è altro che la sannitica Cossa, onde Cosano, distrutta dai Romani unitamente a Telese.

Il nome, che significa coppa, ne indicherebbe anche la configurazione topografica da cui il primitivo simbolo ideografico “Q” che rappresentava la cerchia dei monti con la gola di Lavello, unico sbocco. Notizie certe affiorano solo nel 490 d.C., quando il Papa Felice III inviò un presbitero per officiare nella cappella del “castrum”. La presenza della Chiesa nella zona, con insediamento dei benedettini volturnesi stanziatisi in Santa Maria del Castagneto agli inizi dell’VIII secolo, giovò al pese ed al suo contado. Nelle campagne sorsero più di una dozzina di nuclei abitati, contrassegnati da edifici di culto.

Il comprensorio, sicuro perché facilmente difendibile, rappresentava un rifugio per le popolazioni limitrofe angustiate dal brigantaggio e dalle incursioni saracene. Il punto di svolta si verificò con la monarchia normanna che dette inizio ad una fase di inurbamento che toccò il suo culmine nei secoli XV e XVI. Si ebbe l’espansione dell’abitato, come tuttora si conserva, essendo scampato al devastante terremoto del 1688 che distrusse quasi tutti i paesi del circondario.

Concesso in feudo alla famiglia Sanframondo, che lo detenne fino alla metà del 1400, Cusano successivamente, in un secolo, passò per le mani di molteplici feudatari ( De Vera, De Clavellis, Gaetano, Colonna, Carafa, del Tufo, Origlia, Monsolino, Barrionovo, Leone) ; ciò dimostra lo spirito libertario, non tarpabile, della popolazione che, sotto i Barrionovo ( 1605 - 1710 ), raggiunse un buon livello di benessere. Gli ultimi feudatari (Leone), “subirono” molto dai cusanesi e conclusero i loro fastigi poveri “in canna”.

L’economia locale si basava soprattutto sulla pastorizia e sull’industria della lana.

La decadenza iniziò nella seconda metà del settecento quando, tra l’altro, la privatizzazione della dogana di Foggia mise in crisi il sistema della transumanza. Malgrado ciò Cusano non ebbe un declino rapido ma, nonostante la tenacia dei suoi abitanti, la decadenza fu inarrestabile.

Le attività economiche legate alla pastorizia durarono per tutto l’Ottocento e l’andamento demografico non conobbe decrementi verticali.

Il fenomeno migratorio iniziato dopo l’Unità è, purtroppo, perdurante.

EVENTI E RICORRENZE

SAGRA DEI FUNGHI

Cusano, con il suo borgo medioevale, con le sue frazioni e contrade, è incastonato in uno scenario ambientale che offre, a quanti vi si recano, il tepore della collina ed il rigore dei monti che lo circondano.

La zona, meta di visitatori, turisti, amanti della natura, della montagna e delle sue bellezze, è piena di boschi ricchi di essenze naturali e di prodotti ipogei, con una grande varietà di funghi, tra i quali spicca il “ PORCINO”, diventato ormai il simbolo della comunità.

Ed è in questo scenario naturale che si svolge dal 1979 la tradizionale “SAGRA DEI FUNGHI” a partire dalla quarta settimana di settembre.

I funghi, per la loro gustosa e fragrante qualità, attraggono sempre più gente a Cusano per degustare le diverse pietanze preparate con cura nei numerosi stands allestiti, per l’occasione, nella piazza del paese e che offrono, tra l’altro, risotto, gnocchi, tagliatelle, lasagne, pizze, pizzette, spiedini, bruschette, funghi in pastella, in padella, con agnello farcito, con l’arrosto, con la salsiccia, zuppa e poi ancora ... ma tutto rigorosamente ai funghi!

In attesa di poter gustare il prelibato prodotto del sottobosco, gli ospiti trascorrono piacevolmente alcune ore visitando le varie mostre, opportunamente collocate in punti diversi del Centro Storico.

Anche gli sportivi hanno modo da divertirsi con le varie esibizioni organizzate per l’occasione e naturalmente non mancano spettacoli musicali e di intrattenimento.

Ad assistere gli ospiti, nella loro gita cusanese, ci pensano giovani guide.

Le premesse per trascorrere una giornata “speciale” ci sono tutte.

SAGRA DELLA CASTAGNA

Un altro prodotto prelibato di Cusano Mutri e più precisamente dei boschi della Frazione Civitella Licinio sono le castagne. Nella quarta settimana di ottobre è organizzata annualmente, nella predetta frazione, la “Sagra della Castagna”. In quell’occasione si possono gustare vari prodotti a base di castagna: castagne del prete, caldarroste, castagne con fagioli, panzerotti, tronco di castagne e tante altre specialità dolciarie . Il metodo più tradizionale di conservare le castagne è senz’altro è rappresentato dalle castagne del prete che si distingue per l’abilità occorrente durante le varie fasi di preparazione: essiccazione, affumicatura , lessatura e infine tostatura al forno. All’organizzazione del settore gastronomico sono affiancate diverse manifestazioni collaterali di natura socio-culturale.

SAGRA DEI PRODOTTI TIPICI LOCALI

La sagra dei prodotti tipici è nata nel 2002, si svolge dal 24 aprile ai primi di maggio di ogni anno, e, come dice il suo nome espone i più tipici prodotti di questa terra : formaggi, salumi, prodotti agricoli, ceramica, oggetti in vimini, in legno ed in pietra, oltre a far gustare ai visitatori menu gastronomici tipici del luogo.

INFIORATA

Da moltissimi anni a Cusano Mutri esiste la tradizione di infiorare le strade del paese il giorno della festività del Corpus Domini.

L’Infiorata è l’appuntamento più importante delle tradizioni locali religiose, civili, d’arte e d’armonia. Può essere considerata carattere irrinunciabile del folklore che nobilita la municipalità e le tributa fama. Lo scopo è quello di mantenere viva la fede religiosa ed il prestigio culturale tradizionalmente radicato nel popolo cusanese e di diffondere anche nuovi significati e contenuti storico-culturali, in modo da incentivare e valorizzare avvenimenti storici, di attualità e di amicizia nei popoli, attraverso la realizzazione di quadri floreali con particolari rappresentazioni.

Essa è vanto dei cittadini volontari e degli artisti locali, che per la sua realizzazione si valgono delle sole risorse floreali che offre la flora spontanea del luogo.

Piazza Orticelli, Piazza Roma, Piazza Lago e l'interno delle due Chiese di San Giovanni Battista e dei SS.AA. Pietro e Paolo sono ricoperte con perfezione artistica da tappeti floreali meravigliosi raffiguranti anche scene che trasmettono forti messaggi in campo sociale.

Alcuni giorni prima della festa, centinaia di donne, uomini, bambini e giovani si riversano nei campi dei dintorni per spogliarli dei loro fiori splendenti dai più vivi colori per essere usati nella tessitura di morbidi e vellutati disegni la mattina del "Corpus Domini".

Data la delicatezza del materiale, il tappeto comincia a prendere forma solo verso le 5 del mattino del giorno di festa, dopo che il giorno precedente si è provveduto a tracciare il disegno per strada.

Allora le vie, le strade e le piazze si riempiono di tutti gli artefici dell'Infiorata che prendono a riempire le varie parti con petali variopinti, proprio come farebbe un pittore nell'atto di dipingere il suo più bel capolavoro.

GARA DELLE CARROZZELLE

La manifestazione, nata nel 1997, per riprendere un semplice ma antico sport praticato a livello amatoriale dai ragazzi di questo paese e di tanti altri paesi della nostra Regione (anche se il "mezzo" assume nomi diversi), ha avuto un tale ed inaspettato successo da richiamare nella valle cusanese tanti giovani provenienti da più paesi.

Per poter partecipare alla gara è necessario che ogni concorrente si munisca di una "carrozzella" , costruita personalmente secondo semplici regole: Pianale in legno, avente le funzioni di sedile di appoggio e telaio; asse anteriore e posteriore, in legno o altro materiale, alle cui estremità sono posizionati quattro cuscinetti a sfera aventi le funzioni di ruote della "carrozzella"; l'asse anteriore è collegato al pianale tramite un perno centrale che permette allo stesso di poter ruotare e quindi esercitare la funzione di sterzo, il quale viene azionato tramite una corda; "l'azione frenante" delle "carrozzelle" è costituito dalla pressione dei tacchi delle scarpe sul terreno (povere scarpe!!!).

La configurazione geomorfologica del paese è adatta a tale tipo di corsa permettendo il necessario svolgimento della gara su una strada tutta in discesa.

Lungo il percorso sono posizionati dei birilli, per permettere degli slalom durante la gara e per rallentare la corsa nei punti dove la forte discesa potrebbe aumentare esageratamente la velocità del veicolo. Nel caso in cui i suddetti birilli vengono toccati o rovesciati saranno attribuite al concorrente delle penalità.

Sono, altresì, posizionate delle protezioni per i concorrenti e gli spettatori nei punti più pericolosi del percoso.

Il giorno precedente la gara tutti i concorrenti si cimentano in "prove libere" che servono per sondare le difficoltà del percorso e di conseguenza apportare modifiche alla "carrozzella" per cercare di migliorarne ulteriormente le prestazioni.

BENI ARTISTICO ARCHITETTONICI

CHIESA DEI SS.AA. PIETRO E PAOLO

L'attuale Chiesa, del XIV secolo, è costruita sopra la medievale chiesa di S. Pietro in elce, così chiamata perché un grande elce vi protendeva i suoi rami. L'antica chiesa di S. Pietro in elce fu consacrata con una bolla di Papa Felice III nell'anno 490.

La sua facciata è a tre portali, opera di Grandillo da Oratino, e l'interno è basilicale a tre navate divise da pilastri.

Dietro l'altare maggiore, vi è una costruzione lignea di stile Barocco, opera del maestro Domenico De Luca.

La Campana maggiore chiamata "VITTORIA", fu fusa sullo spiazzo del Castello nel 1786 e la leggenda vuole che le ricche donne cusanesi abbiano versato nel crogiuolo monili d'oro per unirli al sacro bronzo.

Gli ultimi lavori di restauro fatti sotto la direzione dell'Accademia delle Belle Arti, hanno inciso molto sulla fisionomia originaria della Chiesa, portando via gli stucchi e le pitture.

CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Le origini della Chiesa di San Giovanni Battista non sono accertate in modo preciso, ma è di certo anteriore al 1400.

Il bel portale intagliato dal maestro Ferrante di Cerreto nel 1537, ora incornicia il fonte battesimale.

Il fonte è più antico: porta incisa la data del 1444 e in rilievo lettere intrecciate con i simboli del ferro di cavallo e dell'agnello.

In questa chiesa si conserva il reliquario contenente una Spina della corona di Cristo, pervenuta dalla Terra Santa ad opera del crociato Barbato.

CHIESA DI SAN NICOLA

La Chiesa di San Nicola, situata alla giusta metà del centro storico, è la Chiesa di rappresentanza, ed è in essa che si svolgono le funzioni ufficiali commemorative e la festa del Patrono del paese, San Nicola.

L’architettura è semplice, lineare. Nell’interno, ornato da archi romanici, una preziosa acquasantiera in pietra, rusticamente scolpita, con la figura centrale di San Giovanni Battista e figure di santi finemente sbalzate a bassorilievo, reca l’incisione: “Facta 1602” “Maestro Francesco Falcone”.

CHIESA DI SANTA MARIA DEL CASTAGNETO

La chiesetta è tutto ciò che rimane del monastero antichissimo, ed in essa si conserva una statuetta in legno della Vergine Maria la cui fattura mostra l’ispirazione all’arte bizantina.

E’ tradizione locale che la statuetta sia stata rinvenuta nel cavo di un castagno e la chiesetta stessa sarebbe stata edificata sul posto dove il castagno affondava le sue radici.

CHIESA DI MARIA SS. DELLE GRAZIE

La Chiesa di Maria SS. Delle Grazie è meta di pellegrinaggi soprattutto perchè nel suo interno riposano le spoglie mortali di Fra Carlo di San Pasquale, che passò molti anni della sua vita religiosa in Cusano Mutri, suo paese natale, operando numerosi miracoli.

CHIESA DI SAN BARTOLOMEO APOSTOLO

La Chiesa di San Bartolomeo risale probabilmente a prima dell’anno 1000, quando fu realizzato il centro abitato di Civitella Licinio. La Chiesa ha conservato la sua antica struttura pur richiedendo degli interventi di restauro in occasione di terremoti.

Nella “nuova” chiesa è possibile ammirare dei piccoli “tesori” d’arte: l’organo di scuola napoletana costruito da Raffaele di Giuseppe Mascia, organaro di Agnone nel 1851, di stile settecentesco, racchiuso in cassa di risonanza avente una facciata a tre campate di canne appartenenti al registro principale; un tabernacolo ligneo del XVIII secolo; la “via crucis” in ceramica e il Fonte Battesimale abbellito con cinque scene in ceramica realizzata dal maestro Antonio Franzese.

MUSEO CIVICO DEL TERRITORIO

Istituito nel 1998 nasce grazie ad una fattiva collaborazione tra l'Amministrazione Comunale di Cusano Mutri, appassionati di scienze naturali ed esperti di etnografia, sostenuti nell'intento anche dal Centro Musei Scientifici, ed in particolare dalla sezione di Paleontologia dell'Università Federico II° di Napoli.

    Nella Primavera 2000 il Museo apre al pubblico con una sezione dedicata alla civiltà contadina ed una a tema geologico - naturalistico.

    La prima sezione è stata allestita in massima parte grazie ai reperti donati dai cittadini di Cusano. Nella sezione geologico - naturalistica sono esposti numerosi calchi di pesci e rettili fossili del notissimo giacimento di Pietraroja, i cui originali appartengono alla storica collezione Costa, custodita presso il Museo di Paleontologia di Napoli. L'esposizione, seppure limitata, è completata da rocce e fossili tra i più rappresentativi delle formazioni geologiche presenti nel territorio.

    Un Museo a Cusano Mutri, quale punto di partenza per la valorizzazione e la fruizione da parte del pubblico di un patrimonio storico e naturalistico di valore inestimabile, e quale punto di riferimento per la divulgazione scientifica nel comprensorio del Parco del Matese.

ESCURSIONI PRINCIPALI

PERCORSO AVVENTURA “GOLE DI CACCAVIOLA”

Cusano Mutri diventa sempre più la meta di escursionisti ed appassionati della natura: l’interesse, ora, è tutto focalizzato sull’ impareggiabile percorso avventura, realizzato dall’Amministrazione Comunale, nella Gola di Caccaviola, la forra scavata nella roccia calcarea dall’erosione e dalla potenza modellatrice dell’acqua tra i monti Civita di Cusano e Civita di Pietraroja. 

 

Il percorso si articola in un crescendo di scenari naturali incantevoli, tra cascate d’acqua limpida che rompono il silenzio di una natura incontaminata, piscine naturali dove i raggi del sole che filtrano tra le imponenti pareti rocciose  e gli intricati rami di una vegetazione ancora selvaggia creano giochi di luce spettacolari.  

 

Le escursioni alla Gola di Caccaviola, un’avventura che si svolge a 7 chilometri dal centro cittadino di Cusano Mutri, sono state concepite per stupire ed ammaliare chi si lascia sedurre dalla natura intesa nella sua accezione più pura: il percorso non potrà mai lasciare deluso chi lo intraprenderà. . 

 

Il sentiero, attrezzato e realizzato nel rispetto degli standard di sicurezza richiesti, è da intraprendere solo se accompagnati da guide esperte: infatti, all’ingresso del percorso occorre indossare l’ apposita imbracatura ed il casco di protezione per iniziare la discesa tra l’intricato sentiero sempre assicurati con le imbracature a delle corde d’acciaio al fine di evitare cadute e tutti involontari. 

 

Ma la parte più divertente ed entusiasmante del percorso è quella realizzata con teleferiche di corde d’acciaio che si percorrono con delle carrucole cui ci si assicura con le imbracature. Si passa così al di sopra delle suggestive cascate, senza necessità di bagnarsi e riducendo la fatica del percorso.  L’escursione, che si svolge in gruppi di massimo dieci persone, impegna ed affascina per almeno sei ore: un’avventura unica in un luogo magico, dove davvero sembrerà che il tempo  sarà scandito solo dallo scorrere placido dell’ acqua tra le rocce levigate.  

 

L’accompagnamento da parte delle guide sarà allora necessario per cogliere gli aspetti più significativi ed i particolari più emozionati di un’avventura che corre da millenni lungo il letto del Titerno. 

MONTE CIGNO E FORRE DI LAVELLE

Il sentiero ripercorre una strada mulattiera di epoca sannita che risultava essere di notevole importanza per gli abitanti della Valle fin quando il 14/08/1876 non vennero collaudati i primi lavori della nuova rotabile per Cerreto, attuale strada provinciale.

Il sentiero percorre l’incisione valliva, versante Monte Cigno, del torrente Titerno, un corpo idrico che forma suggestivi salti dalle bianche rocce calcaree con cascatelle spumeggianti, gorgoglii e piccoli vortici.

Ha inizio dalla località Pesco Appeso, dopo aver attraversato la passerella in legno sul Titerno si prosegue lungo il corso del torrente. Si snoda sul versante della montagna all’interno di un boschetto di querce, roverelle, lecci, castagni, carpini e aceri che con le loro radici concorrono alla stabilità del suolo del versante fortemente acclive.

Proseguendo il sentiero dopo alcuni minuti si devia per la Grotta delle Fate, suggestiva caverna scavata dall’uomo nella roccia calcarea.

Il percorso continua aprendo la vista sulle suggestive Gole di Lavelle, scavate nella roccia dallo scorrere delle acque del torrente Titerno.

MONTE CALVARIO

Il Monte Calvario ricade nel territorio del Parco regionale del Matese e nel sito d’importanza comunitaria “Pendici meridionali del Monte Mutria.

Dal punto più alto (565 mt. circa) si può godere di un panorama unico che spazia dalla Civita di Pietraroja, al Monte Mutria, a tutta la vallata, compreso il centro abitato di Cusano Mutri.

Dopo un primo tratto pressoché pianeggiante, inizia il percorso in salita che conduce alla sommità del colle impreziosito dalle numerose cappelle votive e dalle edicole della Via Crucis fatte da pannelli ceramici raffiguranti le varie stazioni. L’intensità delle emozioni che si provano percorrendo il sentiero fino alla sommità cresce man mano che si avanza : tutto ciò è relazionato all’aspetto spirituale, che gioca il ruolo preminente. Sulla sommità ci si trova al cospetto di una chiesetta che nella sua semplicità conclude il crescendo emozionale vissuto.

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Notizia n. 537 dalla Campania

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