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Il Gusto Quotidiano di sabato 16 e domenica 17 ottobre

Notizia del 15/10/2010

La ricetta del giorno

Risotto al tartufo

Categoria

Primo

Tempo

290 min

Difficoltà

Media

Nazione

Italia (Umbria)

Cottura

In casseruola

Fonte

La cucina regionale italiana del 2008

Ingredienti

* Chiodi di garofano 2 numero

* Burro 60 gr

* Carote 1 numero

* Grana 30 gr

* Sale

* Tartufo nero 100 gr

* Vino bianco 1 dl

* Cipolla 1.50 numero

* Sedano coste 2 numero

* Riso carnaroli 320 gr

* Manzo bollito 500 gr

Preparazione

ingredienti

320 g di riso Carnaroli

100 g di tartufi neri di Norcia

60 g di burro

mezza cipolla

1 dl di vino bianco secco

30 g di formaggio grana grattugiato

sale

per 1 l di brodo di carne

1 carota

2 coste di sedano

1 cipolla

2 chiodi di garofano

500 g di carne adatta per bollito

sale

vini consigliati

Colli Amerini Malvasia (bianco)

Terre di Franciacorta Bianco Vigna

Preparate il brodo di carne: mondate le verdure, quindi steccate la cipolla con i chiodi di garofano. Versate in una pentola capiente 2,5 l di acqua, salatela e unitevi la carne e le verdure. Portate a ebollizione e fate cuocere per 4 ore, schiumando la superficie di tanto in tanto. Filtrate il brodo con un telo fine e tenetelo in caldo.

Per il risotto, fate sciogliere una noce di burro in un tegame. Sbucciate la cipolla e tritatela. Unitela al burro e fatela soffriggere senza che prenda troppo colore. Versate il riso e lasciatelo tostare per 2 minuti.

Insaporite con una presa di sale e sfumate con il vino bianco. Quando questo sarà evaporato, bagnate con un primo mestolo di brodo. Portate il riso a cottura, mescolando spesso e unendo a mano a mano un altro mestolo di brodo. Togliete dal fuoco e mantecate con il burro rimasto e il grana grattugiato. Fate riposare il riso per qualche minuto.

Nel frattempo pulite il tartufo con uno spazzolino bagnato in acqua fredda per eliminare ogni traccia di terriccio, poi passatelo con un panno inumidito. Distribuite il risotto nei piatti individuali, cospargetevi sopra il tartufo tagliato a lamelle utilizzando l¿apposito strumento affettatartufi e servite subito in tavola.

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Canzoniere Tangoso, Il successo del talento.

Una spettacolare serata di cultura o una serata di spettacolo colto? La differenza è sottile, ma forse neanche così importante. Canzoniere Tangoso è stato il successo del talento.

Perché è stato il talento degli artisti a dare spettacolo. Solo quello. Nessun apparato mediatico, gossip, effetti speciali, artisti da talent show. Solo arte e passione, tecnica e cuore di chi ha calcato la scena e regalato a Genova una data da ricordare: 10/10/10. Potere dei numeri.

La Sala Maestrale del Centro Congressi Magazzini del Cotone, ha ospitato per la prima volta a Genova l’anteprima del Premio Tenco. L’occasione è stata la consegna del Premio Tenco 2009 a Horacio Ferrer, poeta del Tango argentina edito in Italia da Liberodiscrivere, che l’anno scorso non aveva potuto essere presente alla cerimonia di premiazione.

Grazie a un cast d’eccezione, composto dall’autore delle più celebri composizioni di Astor Piazzolla, da Antonella Ruggiero accompagnata dall’Hyperion Ensamble e dal chitarrista Flaco Biondini, dai Miguel Angel Barcos e Ana Karina Rossi e dai ballerini Mamiè Sancy e Felipe Zarzar, la serata, condotta da Antonio Silva, si è subito imposta per lo spessore artistico dei partecipanti. Una serata di grande classe, di arte, di grande musica e di poesia, che sa coniugare la cultura con il divertimento, facendo dialogare e mescolando le arti.

C’è stato spazio per il Tango, con lo spettacolo della Milonga del Angel e le performance di Danza Genova e Contatto Latino; per la fotografia, con la mostra Milonga Brava, tratta dall’omonimo libro di Gian Piero Corbellini; per la letteratura, con la presentazione del libro Loca Ella y loco yo, dedicato allo stesso Horacio Ferrer, edito da Liberodiscrivere.

Una prima volta straordinaria e, nell’augurio di tutti, Club Tenco, Porto Antico di Genova S.p.A., Antonello Cassan editore di Liberodiscrivere e Zerodieci Eventi co-organizzatori dell’evento, ripetibile.

http://www.liberodiscrivere.it/biblio/scheda.asp?OpereID=158932

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I formaggi della Ciociaria

formaggio ciocaria.jpgI meravigliosi pascoli e la tradizionale attività della pastorizia, non potevano che dare ottimi risultati anche per quanto riguarda i formaggi. Poco raffinati e ottenuti, nella maggior parte dei casi, da lavorazioni artigianali con metodi antichi, si caratterizzano per sapidità e profumi. Sono da provare a tutti i costi le ricottine fresche che ancora oggi si possono acquistare nei mercati confezionate in graziosissimi cestini di vimini intrecciati e coperte da foglie di fico.

Si sciolgono in bocca e sono di sublime bontà. Non possiamo evitare, poi, dal segnalare saporosi formaggi di pecora e di capra consigliandovi di provare le "marzelline" o "marzoline" della zona meridionale della provincia.

Si tratta di un formaggio a pasta morbida, speziato e dal gusto molto intenso che si può far essiccare, oppure conservare sott'olio. Una vera specialità per appassionati. Buoni anche formaggi ovini e caprini stagionati.

Il settore in forte ascesa e che può diventare il fiore all'occhiello della lavorazione casearia ciociara è quello della trasformazione del latte bufalino, prodotto dagli allevamenti di bufala presenti nel comprensorio del comune di Amaseno (attualmente contano oltre diecimila capi). L'alta qualità di questo latte rende le mozzarelle, i formaggi e le marzoline, dette anche rosine bufaline, molto ricercate.

http://www.panevinociociaria.com/

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Alimentare: a Trecchina due week-end dedicati alla castagna

Il 16- 17 e il 24 ottobre manifestazioni per 'regina d'autunno'

(ANSA) - POTENZA, 14 OTT - I prossimi due fine settimana - il 16 e 17 e il 24 ottobre - saranno dedicati a Trecchina (Potenza) alla 12/a sagra della castagna.

Sono previste manifestazioni gastronomiche e artistiche, in grado di attirare numerosi visitatori: ''La 'Regina d'autunno', ricercata dall'industria dolciaria campana, negli anni sessanta - hanno spiegato gli organizzatori - e' diventata il fiore all'occhiello della comunita'. Trasformata e offerta negli stand e nelle pasticcerie, sotto forma di dolci, liquori, miele, gelati, pasta, birra, la castagna e' stata immortalata nei dipinti della scuola pittorica trecchinese''.

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Viaggio tra le bollicine francesi

in Il viaggio

Sulla Strada dello Champagne, a Reims, per esplorare le vigne e le cantine del "re dei vini" in occasione dell'VIII edizione della "Expérience Pommery"

Per il turista convinto che qualsiasi momento della giornata si merita una flute, Parigi è il luogo migliore dove gustare ottimi vini spumante. Ma se si vuole apprendere tutto sulle origini "povere" del "re dei vini" la meta ideale è sicuramente la regione della Champagne, la zona a nord della capitale francese, a solo un'ora e mezzo dalla metropoli, dove si trovano le vigne da cui nascono le bollicine sinonimo di lusso e joie de vivre in tutto il mondo. Parliamo della Route Touristique du Champagne, che si snoda per 600 Km in mezzo ai famosi vigneti della regione, fra castelli e villaggi pittoreschi, valli dolcissime e produttori, facilmente raggiungibile in treno o in auto dalla capitale. E anche se il periodo migliore per scoprire il cuore della produzione dello Champagne è durante la vendemmia (diverse case vinicole permettono di parteciparvi attivamente), ogni momento è buono per una visita alle caves, una lezione sulle bollicine francesi e sui segreti della loro produzione, una piccola degustazione e, perché no, per portarsi a casa un po' di bottiglie.

Una scampagnata per le vigne di Reims, città celebre per le sue cantine tanto quanto per la cattedrale gotica di Notre Dame del 13esimo secolo, a soli 144 chilometri da Parigi (è servita anche da un aeroporto internazionale), può essere sufficiente a svelare le umili origini di questo prezioso nettare, che si attribuiscono a un errore dell'abate Dom Pérignon. Si parte dalla maison du champagne G.H. Mumm, casa fondata nel 1827 in pieno centro, dove il tour prevede, oltre alla degustazione guidata da un enologo, la visita alle cantine: gallerie lunghe 24 chilometri, che si snodano per 14 metri sotto il suolo, illuminate da luci al sodio per non rovinare il vino e che ospitano circa 25 milioni di bottiglie. Se ci si perde, ci si può consolare con le migliori annate. Peccato sia freddo (9-11 gradi nel livello più basso).

Un'altra realtà storica che merita una visita è quella del Domaine Pommery. Un capolavoro d'arte che si estende su 55 ettari fra edifici e giardini. Ad affascinare i visitatori, le cantine della Maison di Champagne, ricavate trasformando 120 cave di gesso di origine gallo-romana e collegate da 18 km di gallerie, destinate ad ospitare le bottiglie in affinamento. Per realizzare questo ambizioso progetto sono stati necessari dieci anni di lavori, tra il 1868 e il 1878. La visita a questa "cattedrale sotterranea" è superba e vi si accede tramite una sontuosa scalinata di 116 gradini che ci porta a 30 metri sotto terra, aprendo ad uno degli spettacoli più imponenti della storica casa vinicola. Una volta realizzate le caves, Madame Pommery iniziò quella che sarebbe stata una tradizione: dare alle gallerie il nome delle grandi città straniere a cui si apriva man mano la sua esportazione. Inoltre commissionò a Gustave Navlet, un famoso artista dell'epoca, i magnifici bassorilievi scolpiti direttamente nel gesso che accentuano la bellezza irreale delle grandiose gallerie. Le cantine ospitano oggi 25 milioni di bottiglie tra le quali figurano le più antiche Cuvée della Maison Pommery.

Oggi la Maison, guidata da Paul-François Vranken, prosegue l'opera intrapresa da Louise Pommery, commissionando opere agli artisti e sostenendo l'arte moderna. È nel susseguirsi di piramidi scavate nel gesso e lungo i tunnel delle caves che hanno luogo, enigmatiche e affascinanti, esposizioni che fanno del Domain Pommery un luogo irrinunciabile della scena internazionale dove si incontrano l'arte, lo stile raffinato e sensibile e la vitalità della Champagne. Una di queste è Expérience Pommery, mostra monumentale d'arte contemporanea che, fino al 31 marzo 2011 propone una mostra dal titolo Nos Meilleurs Souvenirs. Un appuntamento annuale che si ripete dal 2004 e che per l'ottava edizione vede selezionate dal celebre fotografo Régis Durand una ventina di opere d'arte moderna di altrettanti autori, appartenenti al mondo della scultura, pittura, fotografia o cinematografia, che hanno esposto le loro creazioni nel corso dei vent'anni della Primavera di settembre, la celebre rassegna d'arte moderna che si svolge ogni anno nella città di Tolosa. Un evento che fa della città di Reims, patria dello Champagne, una tappa fondamentale per il turista amante di ogni forma di arte.

 

Marcella Gaudina

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