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Notizia del 03/08/2010
In maniera consapevolmente riservata , evitando la compassionevole curiosità della gente.
Così come ha vissuto, rifuggendo da protagonismi e narcisismi che pure avrebbero potuto tentarlo, in quanto artista di grande spessore , apprezzato e benvoluto per decenni in tutta Italia.
Da poco più di una settimana Raoul Grassilli non c'è più.
Non ha voluto che si sapesse del Suo declino fisico e neppure del rito funebre .
E, a parte stampa e TV locali, non è che i media nazionali si siano scomodati più di tanto, a notizia giunta. Per Lui che fu uno dei più importanti interpreti della rappresentazione in TV di grandi classici della letteratura moderna,con un apporto di cultura che oggi è totalmente cancellata dai palinsesti sia in prima, che in seconda ,che in terza serata.
Ma si sa; da tanti anni ,ormai, chi non produce litigi, scandali e “pruderies” non fa “audience”.
Ed il Teatro , quello con la T maiuscola, di cui Grassilli è stato uno dei protagonisti già fin da giovane,quando recitava assieme a mostri sacri come Ruggero Ruggeri e Valentina Cortese, oggi è in svendita ; preda dei tagli di bilancio più infausti e pericolosi che i politici ignoranti e incolti che ci siamo voluti (e meritati...) hanno dissennatamente operato.
Ha sofferto, Raoul ,per questo progressivo depauperamento culturale ed economico dei due campi artistici che lo hanno visto infaticabile e appassionato attore, in tutti i sensi. E ciò nonostante gli impegni di lavoro lo abbiano portato a girare avanti e indietro per il paese fin dopo gli ottan'tanni e il ricordo nelle persone che lo avevano ammirato nei grandi sceneggiati TV e apllaudito nei teatri di tutt'Italia sia sempre rimasto vivo.
La sua voce suadentemente penetrante evocava ancora emozioni e suggestioni ed era richiesta e acclamata nelle più svariate occasioni; esaltava versi e parole di grandi autori, ma avrebbe impreziosito anche la lista della spesa.
Raoul Grassilli mi ha onorato di una sincera amicizia, basata sulla condivisione di valori importanti e di piccole passioni, come quella della buona tavola.
Ho ammirato in Lui la coerenza e il rigore, soventemente disprezzati e fraintesi dalla nostra italica mediterraneità tesa troppo spesso ad un interessato mutar di opinione ed al compromesso sempre latente.
Non apprezzava certo il Maurizio Costanzo sostenitore de “la coerenza è la virtù degli imbecilli”, né quanti confondono ( perché fa comodo…) il rigore etico con la ottusa rigidità.
Figlio e fratello di ristoratori petroniani,rimane anche per questo uno dei più genuini testimoni della vera, autentica bolognesità, che ha spesso acconsentito a rappresentare quando gli veniva amichevolmente richiesto.
E quante tavole ci hanno visto insieme ad amici giornalisti,scrittori, artisti e gourmets,tutti con venti- trent'anni in meno di Lui, rimanere fino alle 3 di notte ad ascoltare divertiti e interessati, sollecitandolo a proseguire, i Suoi racconti di vita durante le tournées teatrali in giro di qua e di là….
Avendo in dono,da questo raffinato e arguto narratore,episodi di rivalità tra prime donne,luculliane cene dopoteatro della compagnia, gags sottili e tanti frammenti di umanità……
franco mioni
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Notizia n.691 dall'Emilia Romagna
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