Notizia del 01/08/2010
Dopo oltre tre anni di iniziative di informazione , l'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto, cerca di avviare una riflessione sulle proprie esperienze.
L'idea di dare voce a borghi e territori poco conosciuti, per avviare progetti di comunicazione che scaturiscano dalla 'rete', dagli scambi e dalle relazioni dei soggetti pubblici e privati coinvolti, mantiene intatta la propria validità.
Ma sarebbe superficiale nascondere le difficoltà di una iniziativa che ha toccato ben 15 paesi europei e oltre 40 borghi e territori di diverse regioni italiane.
Il primo problema è proprio il concetto di rete.
Molte realtà locali partecipano alle iniziative di informazione con il legittimo orgoglio di presentare a giornalisti e comunicatori le proprie specificità, la propria storia, le proprie eccellenze, come se
la rete fosse soltanto un palcoscenico più ampio nella quale 'recitare' una parte.
La rete è e dovrà essere molto di più.
Non si capisce che l'informazione ( e, quindi, i servizi e gli articoli che ne costituiscono la sostanza concreta, siano essi carta stampata, online,tv o radio), nasce proprio da quell'incontro in rete di realtà diverse, alla ricerca di un unico filo di valorizzazione.
E' la rete che genera la notizia.
Altrimenti perchè mai un comunicatore o un giornalista dovrebbe occuparsi di raccontare il proprio territorio sempre e solo a casa propria ? Se poi si parla di aziende e prodotti,allora si cadrebbe nella pubblicità.
La 'rete' fa interagire le nostre esperienze e le nostre realtà con altre ; fa presentare le nostre specificità in territori 'altri'; ci costringe a pensare in modo aperto,confrontandoci con le altre culture.
Da questo incontro nasce la notizia, quella vera, che non ha bisogno di soldi per essere raccontata negli spazi a pagamento delle diverse testate.
Vi è poi un'altra realtà che inerisce direttamente il mondo della comunicazione e dell'informazione.
Soprattutto nel settore dell'informazione enogastronomica, abbiamo assistito in questi ultimi anni ad una overdose di manifestazioni,iniziative, tutte votate all'esaltazione della tipicità.
Non vogliamo riaprire qui una pagina (amara) di riflessione su questi temi,che sono stati il soggetto di un ripensamento proprio all'interno della Associazione, in ben due edizioni di GustoFilosofia
( nel 2008 a Fabro, in Umbria e nel 2009 a Sgonico, nel Carso triestino).
La proliferazione di personaggi senza arte né parte (se non quella della parola fluente),che hanno trasformato la loro capacità in parrocchietta (con relativa rivista di accompagnamento), è uno dei tanti mali che colpisce il settore.
A dire il vero molti tentativi di infiltrazione sono stati fatti anche nella rete dei borghi europei del gusto, per conquistare chissà quale palcoscenico mediatico.
Tentativi di vario genere : per conoscere aziende cui carpire qualche soldo di pubblicità per iniziative editoriali mediocri ; per affermare il proprio io, camuffandosi da testimonial (ecco, la parola giusta!) ; per dimostrare competenze infinite.
Abbiamo agito nell'unico modo possibile. Cacciandoli o mettendoli nelle condizioni di non nuocere.
Con l'inevitabile striscia di pettegolezzi, critiche, sputtanamenti indecorosi,che sono il giusto corollario di personaggi che hanno fatto della loro mediocrità un'arte .
I borghi europei del gusto vanno avanti,rafforzati nelle convinzioni di fondo.
E' partita infatti una riflessione comune che terminerà con il 2° Festival Europeo del Gusto in Veneto a fine novembre.
Mentre gli altri si agitano e sparlano, noi proseguiamo.
Un percorso forte (in questi sei mesi), delle voci e delle esperienze di oltre 500 aziende e di 200
comunicatori, amministratori pubblici e rappresentanti di associazioni, che hanno accompagnato e accompagneranno questa splendida avventura.
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Notizia n. 685 dall'Azione Internazionale Borghi Europei del Gusto
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