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Il formaggio morlacco dei F.lli Reginato di Fonte

Notizia del 16/05/2010

I giornalisti e i comunicatori de l'Altratavola hanno potuto degustare in questi giorni le eccellenze selezionate da De Gusto, società che gestisce lo spazio bar del centro di accoglienza di Villa Maser.

Saggia la scelta dei formaggi dell'Azienda Agricola Muncio dei Fratelli Reginato (via Colli 1, Fonte, tel.0423 946001),azienda che produce in modo sano e genuino,solo con il latte di produzione propria,rigorosamente artigianale.

Morlak,latteria,Bastardo,Mozzarelle e ricotte sono i 'fiori' all'occhiello dell'azienda.In particolare il Morlak.

"Nel 1881 in "Asolando – note inutili di viaggio", un breve resoconto di una gita sul Grappa, lo scrittore Giuseppe Valerio Bianchetti diceva "Ma eccoci giunti a Borso, che senz'essere la capitale della Morlacchia, pur va famosa per il formaggio morlacco che vi si confeziona; formaggio di un sapore specialissimo e caro ai bevitori. Perché un tal cacio si chiami morlacco, nol mel seppe dire nemmeno il mio antiquario, che pure in fatto di cognizioni locali è maestro di color che sanno; ma, non constandogli che la terra sia mai stata abitata da Morlacchi, né che questi vi apparecchino cacio uguale, dovette, rosso di vergogna, piegar la fronte e confessare la propria ignoranza. Ad ogni modo passare di Borso e non assaggiarvi il morlacco, gli è come andare a Pisa e non vedervi il deputato Toscanelli, un peccato mortale addirittura".

Tutta la Valle del Brenta e l'antico Agro Bassanese sono note per alcuni tipici e particolarissimi prodotti del territorio: gli asparagi, l’olio d’oliva, vini e naturalmente la grappa. Ma è solo sul massiccio del Monte omonimo che, ancora oggi, alcune malghe trasformano il latte in un saporito formaggio, "come quelli di una volta", che sa di erba e di fiori: il Morlacco o Burlacco, un vero e proprio cru della zona del Grappa.

Originario della regione balcanica tra l’Istria e la Dalmazia, abitata anticamente dalla stirpe dei Morlacchi, arrivò in queste zone grazie a quei pastori che qui si stabilirono. In passato questo formaggio era derivato dal latte della capra, oggi invece è un formaggio da tavola prodotto con latte intero vaccino, straordinario per il gusto molto particolare che si sposa volentieri, secondo alcuni gastronomi, con la Malvasia.

Notizie certe sulla produzione del Morlacco risalgono alla metà del XIX secolo quando in alcuni documenti si parla del "formagio dei poareti" in quanto prodotto con latte crudo sgrassato e con la sola aggiunta di sale.

E, infatti, il Morlacco ha un sapore fortemente salato, con profumo intenso che si accentua con la maturazione.

Prodotto solo d’estate nell'area del Grappa, il formaggio acquista la sua straordinaria ricchezza di aromi e sapori grazie alla diversità di ambienti d’alpeggio che assicurano una flora assai ricca e varia al latte. Viene prodotto ancora con metodi artigianali: il latte filtrato viene posto in vasche dove poi avviene la scrematura mediante affioramento della panna. Il giorno successivo il latte scremato viene versato in una caldaia di rame e, mediante il fuoco a legna, si porta alla temperatura di coagulazione di circa 35/40°, aggiungendo il caglio e lasciando riposare per circa 20 - 30 minuti fino a raggiungere il punto di rassodamento. Una volta rassodato si effettua la rottura della cagliata usando la "lira", un attrezzo in acciaio. Ultimata la cottura, la cagliata viene lasciata depositare sul fondo della caldaia dove si formerà un unico blocco. Trascorso un certo periodo, a discrezione del malgaro, si procede all'estrazione utilizzando appositi stampi. La salatura viene fatta a secco il giorno dopo.

Tempo fa, veniva prodotto un tipo di Morlacco detto "increà": le forme ancora fresche venivano ricoperte con diversi strati di argilla di Possagno (Vi), così si isolavano dall’aria e si riusciva ad ottenere una maggior concentrazione di aromi e sapori, ottenendo quasi un "formaggio di fossa". Oggi esiste solo il prodotto fresco, a pasta molle, bianca come la neve, con occhiature piccole. Gli alpeggi che producono il Morlacco sono circa una ventina, e ognuno di loro può fornire al massimo trecento forme all'anno, ma spesso molte meno, con un peso che oscilla in genere tra i cinque e i sette chilogrammi.Un formaggio che a ragione potremo definire "raro" che con la polenta abbrustolita, accompagnato a fette di sopressa, come ripieno degli gnocchi o semplicemente da solo, non vi deluderà mai."(da Mondo Agricolo Veneto).

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Notizia n. 570 dal Veneto

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