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Notizia del 01/09/2008
Concordia Sagittaria è oggi un popoloso centro all’estremità orientale della pianura veneziana. Nel nome è il ricordo delle sue origini, ovvero della colonia romana Iulia Concordia, mentre “Sagittaria” è un appellativo adottato alla fine dell’Ottocento che si riferisce all’antica fabbrica d’armi, frecce (in latino ”sagittae”), che vi trovò sede all’inizio del IV sec. d.C. Il nome attuale è l’esito della riscoperta del passato, che conobbe un’improvvisa accelerazione negli anni settanta del XIX secolo. Prima di allora la memoria storica della città romana, solo di sfuggita citata dalle fonti antiche, trovava riscontro, da una parte, nelle collezioni di oggetti antichi di alcune famiglie del luogo e, dall’altra, nel lavoro dei “cavatori di pietre”, uomini dediti al recupero di ogni frammento della città antica, soprattutto lapideo, che veniva venduto come prezioso materiale da costruzione in una terra di pianure alluvionali e lagune dove la pietra è assente nel raggio di decine e decine di chilometri.
Concordia si trova in un territorio che presenta paesaggi diversificati, tutti, per differenti caratteristiche, ideali all’insediamento: una pianura dove l’acqua è abbondante grazie ai numerosi fiumi, tra cui il Lemene che lambisce la città, tra i settentrionali massicci della pedemontana veneto-friulana e le lagune dell’alto Adriatico. Le tracce più antiche di frequentazione risalgono all’età del Bronzo recente (XIII-XII sec. a.C.). Le indagini indicano per quest’epoca un ambiente diverso dall’attuale, caratterizzato da zone in rilievo circondate da corsi d’acqua e con una presenza molto più invadente delle lagune meridionali. Qui si sviluppò un insediamento di circa 40 ettari, dotato di un importante scalo fluviale aperto all’Adriatico. Nel momento di massima espansione questo centro preurbano appare organizzato con strade e lotti costruiti: le abitazioni, in tutto simili a quelle diffuse nelle terre popolate dai Veneti, erano a pianta rettangolare, con focolare, probabilmente coperte da un tetto a doppio spiovente in canne palustri, del tipo che ancora possiamo vedere nei tradizionali “casoni” della campagna e della laguna veneta. Alle zone abitate si affiancavano le aree artigianali, soprattutto per la produzione di ceramica, ma anche adibite alla lavorazione di ossa e corna e dei metalli. Nella piena età del Ferro (VII-V sec. a.C.) il sito di Concordia ci appare ridimensionato, forse a causa del contemporaneo rafforzamento dei vicini centri venetici di Altino e Oderzo.
A partire dal III sec. a.C. l’originario centro conobbe un fenomeno, la romanizzazione: il trattato di alleanza tra Veneti e Romani del 225 a.C. e la fondazione di Aquileia nel 181 a.C. furono eventi decisivi nel quadro della strategia di espansione di Roma nella parte orientale della Cisalpina. Il passo successivo fu la creazione, intorno alla metà del II sec. a.C., di una rete stradale che attraversava tutto il territorio. Il sito della futura Iulia Concordia venne così a trovarsi in un punto strategico del sistema di comunicazioni, cioè dove si intersecavano le due strade principali per Aquileia: la via Annia, realizzata nel 131 a.C. (o forse già nel 153), che provenendo da Adria passava per Patavium (Padova) e bordeggiava le lagune, e la Postumia, del 148 a.C., che collegava Tirreno e Adriatico da Genova fino ad Aquileia attraversando l’intera pianura padana. Non meno trascurabile era il collegamento viario con le zone settentrionali del Norico, ricche di ferro, con implicazioni economiche notevoli sulla futura colonia.
La data della deduzione di Iulia Concordia non è nota di preciso: è probabile che si collochi tra la battaglia di Filippi (combattuta nel 42 a.C) e i patti di Brindisi tra Ottaviano e Antonio del 40 a.C. Il nome della colonia potrebbe così alludere alla pacificazione ottenuta dopo le sanguinose guerre civili successive all’uccisione di Cesare. La trasformazione dell’insediamento preesistente fu straordinaria: mura larghe fino a due metri furono innalzate lungo tutto il perimetro dell’antico dosso, munite di monumentali porte ai quattro punti cardinali che consentivano il transito di ampie viae lastricate con basoli in trachite (una roccia vulcanica le cui cave si trovano nei Colli Euganei, mentre all’interno della cinta una maglia regolare di cardini (nord-sud) e decumani (est-ovest) delimitava gli isolati. Caratteristica peculiare di questa topografia urbana era un canale artificiale con sponde attrezzate per le imbarcazioni, che nella parte meridionale dell’abitato sostituiva una delle strade con orientamento est-ovest e che, collegando i corsi d’acqua che lambivano la città, assicurava un ottimo deflusso del sistema idraulico della colonia e creava contemporaneamente una via d’acqua per il trasferimento di merci e persone.
Tra III e IV sec. d.C., un periodo di crisi per molti centri della Venetia a causa dell’incombente minaccia di incursioni barbariche dal settore nordorientale delle Alpi, Concordia vide invece, proprio per questo, aumentare la sua importanza. La città sul Lemene divenne, infatti, una strategica retrovia nel sistema difensivo della Penisola messo a punto da Roma e vi furono stanziate truppe in grado di muoversi velocemente alla difesa della più esposta Aquileia. Già sede tra I e II sec. d.C. di un arsenale militare, Concordia è ora un centro strategico anche perché ospita una delle fabbriche di armi che nel corso del III-IV secolo furono dislocate in diversi punti dell’Italia settentrionale: lungo la Postumia, a Verona, si fabbricavano scudi; a Brescia gli archi; a Concordia venivano prodotte sagittae, le frecce, probabilmente grazie al rifornimento di ferro dalle zone del Norico. Da allora Concordia divenne una sorta di città militare, sede di almeno una ventina di reparti.
Il complesso visibile oggi al di sotto e intorno alla cattedrale di S. Stefano costituisce un’eccezionale testimonianza monumentale della prima architettura cristiana e uno dei siti archeologici più interessanti dell’Italia settentrionale. L’area, appena fuori le mura orientali della città romana, era stata sede di magazzini commerciali fino alla seconda metà del II sec. d.C. Con la successiva riconversione a spazio funerario comparvero le prime sepolture cristiane, poi affiancate dai monumenti dedicati al nuovo culto. In seguito al ruolo politico e militare funzionale alla difesa di Aquileia, proprio grazie ai contatti strettissimi venutisi a stabilire con la grande vicina, nella tarda età imperiale Concordia crebbe anche culturalmente: rapidi furono la diffusione del cristianesimo e l’insediamento di alte gerarchie ecclesiastiche, che stabilirono in città una sede episcopale.
Le rovinose alluvioni che verso la fine del VI secolo investirono il sito di Concordia e soprattutto le più basse zone limitrofe, laddove erano sorti i principali monumenti cristiani, compromisero seriamente la vita della città, insieme ai probabili saccheggi delle popolazioni barbariche
L’ultima delle incursioni barbariche nel nordest della Penisola, quella degli Ungari nel X secolo, spinse parte degli abitanti a trasferirsi verso la costa, sulle fasce lagunari, meno accessibili e più al sicuro dagli attacchi, secondo un fenomeno comune in quest’epoca agli altri centri dell’entroterra altoadriatico. Così il declino di Concordia coincise con lo sviluppo del centro costiero di Caorle, come avvenne per Aquileia e Altino, che rispettivamente dettero vita agli insediamenti di Grado e Torcello, circondati e difesi dal mare.
Una ripresa del centro concordiese si verificò tra X e XI secolo, quando fu eretta la cattedrale, quella che si vede ancora oggi, con a lato un elegante battistero dotato di eccezionali affreschi: un Cristo pantocratore sulla cupola e personaggi dell’Antico e Nuovo Testamento alle pareti. Le malsane condizioni ambientali contribuirono però, già nel corso del XII secolo, al trasferimento della cattedra vescovile nel vicino nuovo centro di Portogruaro, che divenne così l’erede storica della diocesi di Concordia. A ricordarne gli antichi fasti rimasero a Concordia la bella cattedrale, attorniata dalle poche case del Capitolo dei canonici, e le anonime pietre lavorate, che, nel corso dei secoli, ogni tanto venivano recuperate nei campi.
Pur piccola, abbiamo potuto notare che comunque al giorno d’oggi è molto ben attrezzata per quel che riguarda l’accoglienza.
Proprio di fronte alla cattedrale si trova l’albergo ristorante Hostaria da Fanio, rinomata e molto conosciuta. E’ nata nel 1939, e da sempre è stata gestita dalla stessa famiglia, generazione dopo generazione.
L’Hostaria è famosa per la sua cicchetteria, ereditata dalla tradizione tipicamente veneziana, dei bacari, tradizione che si ritrova in molti luoghi della terraferma.
Come ristorante, dobbiamo dire che la sua specialità è il pesce, a cui si abbinano i vini del territorio: la cantina può contare su ben 100 etichette di vini di Lison e friulani.
Dietro la cattedrale,sul bel lungofiume ornato dai palazzi antichi, abbiamo trovato l’albergo ristorante Iulia, che nella modernità della struttura alberghiera propone una Concordia storica affascinante. Anche qui naturalmente cucina veneta e friulana, pesce e carne, ed abbinamenti con vini del territorio.
Poi, sempre vicino alla cattedrale, abbiamo il ristorante pizzeria Alla Torre, un ambiente caldo dove con eleganza si miscelano antico e moderno.
Il personale, affabile e simpatico, ci è sembrato molto efficiente, con l’ambiente invaso dagli avventori in giorno di mercato. Qui troviamo sia la cucina che la pizza, ed è evidente che anche questo è un posto molto apprezzato per gli aperitivi.
Una segnalazione poi certamente la merita la Bottega dei Sapori, gestita da Silvano Giacomazzi. Questo signore vanta una lunga e proficua esperienza nella distribuzione, e alla fine si è stabilito qui proponendo sia prodotti locali che eccellenze del resto d’Italia, dalla Valle d’Aosta in giù.
Qui si cerca di tenere prodotti di alta qualità, dai formaggi ai salumi, ai prodotti gastronomici, fino ad arrivare ai cesti ed alle confezioni natalizie. Dobbiamo dire che ci riesce, perché abbiamo potuto vedere dei bei nomi, fra cui alcuni fra gli amici di Italia del Gusto.
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Osservatorio Nazionale dei Parchi d'Informazione
Periodo 30/08/2008- 30/08/2009
Evento n. 5 (segnalato dal Parco di Informazione del Veneto Orientale )
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