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Notizia del 07/08/2006
I CUCCHI DI NOVE
Il cuco è il fischietto a forma di gallo con a cavalcioni Bonaparte che veniva usato dai dissidenti nel periodo napoleonico per dileggiare le truppe francesi mentre sfilavano nei territori occupati.
E’ diventato uno degli oggetti simbolo di Nove di Bassano, il paese delle ceramiche, che lo celebra da trent’anni con la marcia podistica del Cuco, dove i partecipanti ricevono, assieme all’iscrizione, uno di questi simpatici fischietti dalle sembianze più disparate.
Ad Asiago c’è addirittura il museo ed esiste un’associazione che ne raggruppa i cucari.
Il banco espositore di Rita e Luigi è ricolmo di questi deliziosi strumenti di terracotta dalle forme incredibili: dai caratteristici galletti, ai cagnolini, gatti, cavallini, omini, grappoli di gufi, ognuno cuco, addirittura un presepe, tutti pezzi unici usciti dalle loro mani.
Sia Rita che Luigi sono ceramisti e a Nove hanno lavorato questa materia per decenni. Così quando la signora è stata a casa dal lavoro ha scoperto di non poterne fare a meno, e si è appassionata talmente tanto da fare di quest’hobby un mestiere da riproporre tra le arti tradizionali.
Infatti fanno parte de “I ruspanti”, un gruppo folk di Bassano del Grappa che gira per il Veneto da più di venticinque anni, e che fa conoscere alle nuove generazioni quella che era la vita contadina di una volta, dove ritornano in piazza gli impagliatori di carèghe, di sporte, di cappelli, i cestai, le ricamatrici, le tessitrici, tutti mestieri che i nostri nonni svolgevano nei filò delle stalle durante le lunghe sere d’inverno.
Nelle fiere Rita e Luigi non si limitano a proporre i cuchi ma mostrano anche come si fanno. Carletto prende un piccolo pezzo di terra refrattaria e ne fa una scodellina. “Dentro deve essere vuoto” dice, e abilmente ne fa uscire una forma zoomorfa con un buco sotto e una piccola prominenza trapassata da un temperino per creare il frangiaria. Più piccola è la fessura, più lungo è il fischio. Questo piccolo gioiello verrà passato al forno due volte per essere cotto prima di finire nelle mani di appassionati collezionisti.
Tra i più elaborati, i cuchi ad acqua, che contengono un po’ del liquido che gorgoglia al soffio. Luigi ne prende uno e fischia verso un gruppo di alberi da dove provengono incessanti cinguettii. Al borbogliare del richiamo, c’è un improvviso silenzio e poi di colpo la risposta, il garrito gioioso di innumerevoli passeri.
Lieta Zanatta
Carletto Luigi
Via Matteotti 15
Nove (VI), tel. 0424/592745
IL CUCO RICHIAMO D’AMICIZIA
(testo gentilmente concesso dalla signora Rita)
Il cuco è probabilmente il primo giocattolo sonoro dell’antichità.
Lo si trova nelle civiltà più remote, in svariate forme frutto di ingegnosità e fantasia, comunque un oggetto di festa e di buon augurio.
Il cuco era l’umile, variopinto giocattolo di bimbi poveri.
Lo si donava anche alla morosa come pegno d’amore e la “morosa” era felice di suonarlo!
E’ provato che il cuco, oltre che portafortuna, ha poteri magici.
E’ consigliato, pertanto, di tenere il cuco come soprammobile sul comodino, sempre a portata di mano; il suo suono avrà un potere afrodisiaco tanto spinto che capiterà sovente un alternarsi di reciproche domande: “Amore mio, hai suonato”?!?
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