Notizia del 04/11/2015
Expo Milano 2015 è stato un grande successo per il paese Italia. Voci e pareri positivi ovunque. Rilancio di una immagine forte. Vincono i giovani, gli studenti, i pensionati e i ristoranti presenti e la biglietteria. Oltre 21 milioni di biglietti stampati, oltre 20 milioni di ingressi. Stravincono gli italiani, meno bene i flussi stranieri, inferiori dal previsto di oltre 2,5 milioni. Il fuoriExpo e i territori denunciano totale assenza di arrivi e presenze, anche quelli più prossimi del nordItalia. Segnali negativi arrivano anche da albergatori e ristoranti fuori dalla cerchia metropolitana milanese e fuori dai contatti creati dai 230 luoghi di ristoro presenti dentroExpo. Soddisfazione per i 100 cuochi noti che si sono alternati nella diverse postazioni, dalle cucine regionali alle catene presenti, da Eataly al Cir: gli altri molto delusi. Un primo sondaggio del business dei punti ristoro dentroExpo parla di oltre mezzo mld di euro di fatturato. Seppur l’effetto Expo sul fuoriExpo non c’è stato, alcuni distretti territoriali segnalano di aver avuto benefici ritorni, presenze e arrivi superiori, grandi movimento da/per Expo. Quelli più beneficiati, oltre al centro di Milano, sono stati i grandi laghi lombardi-piemontesi con 1,4 mil/presenze, la valle del Ticino fin oltre Lugano con 1 milione di pernotti, la Brianza e un buon risultato, ben superiore alle aspettative, per il progetto della Valle del Po, il grande fiume visto a zig-zag, fra città e colline, fra cibi dolci e salati. Una valle lunga 650 km, da Cuneo a Venezia, che ha offerto percorsi-pacchetti turistici dal 2011 a oltre 32 paesi esteri:10 grandi itinerari culturali, 70 percorsi distrettuali, 900 imprese e negozi agroalimentari e enogastronomici, 30 borghi “blue”, 90 alimenti Dop, 300 ricette, 20 motonavi fra Mantova e Venezia, 30 tour escursioni fra delta e laguna. UnPOxExPO ha messo al centro il contatto diretto con la biodiversità ambientale e alimentare offerta da una valle che attraversa la ricca pianura padana con città d’arte, terme, sport, emozioni culinarie, grandi ristoranti, musei, mostre. 403000 pacchetti turistici assegnati e venduti per il 72% a stranieri, in gran maggioranza a italiani-emigrati che sono tornati in Italia nel periodo estivo, famiglie originarie del Piemonte e del Veneto: polesani, mantovani, reggiani, pavesi, monferrini, albesi. Mete più gettonate le grandi città d’arte: Torino e Venezia quasi pari con 210000 arrivi, poi Mantova; bene Treviso (per il Prosecco) e Chioggia. Torino-aeroporto ha visto incrementare del 12% gli arrivi. 19.000 i “like” per le Regge Sabaude e cioccolato, mostra del cinema e museo egizio. Cultura-storia-paesaggio-cibo si è dimostrata la formula vincente. Molto bene le 300 rassegne enogastronomiche del cartellone diffuso: dal peperone di Carmagnola allo scalogno di Castelvetro, dalla zucca Mantovana all’anguilla di Comacchio. Oltre 28000, i giovani per i 200 anni di Castelnuovo don Bosco, grazie all’azione dei pellegrinaggi, della esposizione Sindone e dalla presenza attiva del padiglione in Expo, fra cui 8500 scout. 9000 expoturisti hanno visitato monasteri e basiliche, da Vezzolano a Lucedio, da Morimondo a Chiaravalle, dalla Certosa al Duomo di Cremona, da Ferrara al Convento di san Francesco a Torcello. Per gli amanti-camminatori, successo per la via di San Michele, Francigena e via del Romanico che lambiscono gli argini del Po e suoi affluenti. Oltre 5000 i percorsi venduti sui fiumi piemontesi-lombardi, ben oltre i 30000 i frequentatori di battelli e navette da Mantova a Comacchio, da Chioggia a Venezia, con bici, moto ed escursioni fuorifiume, sosta in oasi e parchi Wwf e Fai; oltre 10000 gli expo-visitatori entrati nelle ville venete del Brenta, Adige e Laguna. Prescelti i week-end brevi con bici e i pernotti in locande e agriturismi, tanti camper e roulotte, pochi alberghi ma tutti 4-5 stelle per gli stranieri da mete lontane, come australiani, cileni, messicani. Oltre 350 gli stranieri iscritti alle 18 gare di Golf previste fra Saluzzo, Castell’Arquato, Riolo, Rovigo, Venezia. Buoni segnali di riscoperta delle Terme di Acqui e Abano, grazie a gruppi di amici pensionati, americani e inglesi in particolare. Oltre 160 le degustazioni di vini organizzati nella zona del Prosecco, Lambrusco e Monferrato per oltre 24000 ingressi in cantine. Al museo della battaglia di Marengo oltre 5000 francesi, fans di Napoleone. Tortona e Pavia meta di 7000 cinesi per la mostra iconografica made in Cina, per volere dei sindaci e di alcuni imprenditori cinesi. Trenord ha incrementato i treni da Expo a Stradella, a Mortara, a Cremona accompagnando diversi expo-visitatori. Il grande percorso di Leonardo da Vinci, da palazzo Atellani a Milano fino al Mombracco nel cuneese, ha attratto 3000 visitatori con soste a Vigevano, nel vercellese per il museo delle macchine dell’acqua. Riso in Lomellina e i grandi salumi nelle Terre del ducato Emiliano sono stati meta di 12000 appassionati. Bene i musei delle auto fra Maranello e Maserati, fra Lamborghini e le moto Ducati, sosta alla casa di Pavarotti, per 5000 innamorati di motori, l’opera, sapori salati emiliani. Oltre 1000 expo-turisti si sono fermati al “campo” del parco tecnologico di Lodi, altrettanti a Crema (100 eventi formativi sul cibo padano) e oltre 2000 a Cremona per il museo dei Liutai, un tempio della cultura musicale creato dall’amore di un industriale mecenate per la propria terra. Molto bene, grazie anche al supporto di Regione Lombardia, l’itinerario dei castelli della bassa piacentina e i musei del Po. I musei e i palazzi di Mantova hanno accolto oltre 4500 ospiti paganti provenienti da Expo, diversi i ticket di ingresso nell’area culturale emiliana, fra le terre di Verdi e quelle di Guareschi, del Culatello e della Coppa, gettonate le giornate con assaggi tipici sulla motonave Stradivari.
In sintesi < L’eredità di Expo 2015 sarà molto difficile, non tanto per la destinazione dei padiglioni e l’uso dell’area oramai cementata e urbanizzata, quanto come saper gestire e continuare una eredità di Expo sui temi meno frivoli e più di spessore e contenuti che secondo molti critici ed economisti non hanno avuto spazio, tempi, luoghi, figure, esempi dentro-Expo. Fattori come produttività, sostenibilità, no-spreco, meno acqua, più terra coltivata devono essere il post-Expo. sarebbe auspicabile che il Governo trovasse il modo di dare concretezza a queste tematiche, perché resti qualcosa di reale sui territori, con anche bandi co-finanziati. Noi siamo pronti a proporre che anche l’Italia abbia un distretto turistico fluviale, come tutti i Paesi Europei. Vorremmo che il Fiume Po fosse il 9^ distretto fluviale europeo, un esempio millenario dedicato alla biodiversità e biosfera produttiva, umana, alimentare, di paesaggio culturale. Torna a inizio pagina