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Mycolayv ;l'Ucraina che non ti aspetti

Notizia del 03/03/2008

MYCOLAYIV:L’UCRAINA CHE NON TI ASPETTI

Una città industriale, posta in un territorio fertilissimo e dal clima quasi mediterraneo

Prima di presentarvi la città che abbiamo invitato a rappresentare l’Ucraina a “Borghi Europei del Gusto, vorrei parlare un po’ dell’Ucraina in generale, il cui nome significa “terra di confine” ed in effetti quella nazione, posta a nord del Mar Nero, segna il confine fra l’Europa propriamente detta e la Russia, protesa verso l’Asia. Come una cerniera l’Ucraina ha due parti divise e ad un tempo legate dal grande fiume Dniepr: quella a Ovest più gelosa delle proprie tradizioni e più aperta all’Europa e quella a Est, più affine alla Russia (sia per ragioni propriamente geografiche, sia perché forzatamente russificata nel periodo immediatamente precedente e successivo alla seconda guerra mondiale).

La storia dell'Ucraina inizia quando gli Sciti, che dominavano le steppe a nord del Mar Nero, dal VII al IV secolo a.C. e diedero inizio a secoli di dominazione politica e culturale straniera, seguiti da Ostrogoti, Unni e dai I Kazari turco-i raniani.

I primi che riuscirono a unificare e a controllare la zona per un lungo periodo furono gli scandinavi, noti con il nome di Rus. Conquistarono Kiev nell'882 d.C. e, alla fine del X secolo, la città divenne il centro di uno stato unitario chiamato Rus' di Kiev, che si estendeva dal Volga a ovest del Danubio Nel 988, il capo della Rus' di Kiev, Vladimiro, accolse il cristianesimo da Costantinopoli, dando così inizio a un lungo periodo d'influenza bizantina sulla politica e sulla cultura dell'Ucraina. Nel 1520, l'impero ottomano controllava tutta la zona costiera dell'Ucraina.

Alla fine del XV secolo, la guerra e la peste avevano decimato la popolazione dell'Ucraina; in questo periodo, la regione venne occupata da schiavi in fuga e da rifugiati ortodossi che scappavano dalle regioni vicine, dove i controlli erano molto più severi. Tutte queste persone vennero definite kazaks (cosacchi), un termine turco che significa fuorilegge, avventuriero o predone. I cosacchi dell'Ucraina con il passare del tempo diedero vita a uno stato che, anche se ufficialmente era sotto la dominazione dapprima della Polonia e poi della Russia, godeva di una grande autonomia. Vent'anni più tardi, però, questo stato venne diviso fra Polonia e Russia.

Il nazionalismo ucraino che fiorì negli anni intorno al 1840, spinse i russi a proibire l'uso della lingua ucraina nelle scuole, sui giornali e sui libri. Dopo la prima guerra mondiale e la caduta dello zar, l'Ucraina ebbe la possibilità di guadagnarsi l'indipendenza, ma nessuna delle diverse fazioni del paese riuscì a prevalere. Ebbe così inizio una guerra civile. Dopo una lunga serie di battaglie che coinvolsero anche la Russia, la Polonia e diverse fazioni etniche e politiche dell'Ucraina, la Polonia si appropriò di alcune zone dell'Ucraina occidentale e i sovietici ottennero il resto del paese. Nel 1922, l'Ucraina entrò a far parte ufficialmente dell'URSS.

Nel corso degli anni '20, mentre la leadership di Mosca diventava sempre più palese, si ebbe una ripresa del nazionalismo ucraino. Tuttavia, quando salì al potere nel 1927, Stalin utilizzò l'Ucraina come prova per le sue idee sul nazionalismo 'pericoloso'. Nel 1932-33 macchinò una carestia che uccise almeno 7 milioni di ucraini. Il paese fu ulteriormente decimato, a causa di deportazioni ed esecuzioni d'intellettuali. Stalin combatté anche i principali simboli religiosi del paese, distruggendo più di 250 tra chiese e cattedrali. Durante l'epurazione del 1937-39, milioni di ucraini vennero assassinati o deportati nei campi di concentramento sovietici. La seconda guerra mondiale portò ulteriore devastazione e morte: 6 milioni di persone persero la vita nelle battaglie tra l'Armata Rossa e l'esercito tedesco. È stato calcolato che, nella prima metà del XX secolo, la guerra, la carestia e le epurazioni causarono la morte di più della metà della popolazione maschile e di circa un quarto di quella femminile dell'Ucraina.

Il disastro di Chernobyl, avvenuto in Ucraina nel 1986, e la lentezza della risposta ufficiale sovietica provocarono malcontento in tutto il paese. Il Movimento del Popolo Ucraino per la Ricostruzione, un movimento nazionalista fondato a Kiev da intellettuali e scrittori, si diffuse in tutto il paese nel 1990. Nel luglio dello stesso anno, il Parlamento ucraino proclamò la sovranità della Repubblica (ma non la secessione), dichiarazione che non ebbe molto effetto. Poco dopo il fallito colpo di stato sovietico dell'agosto del 1991, il Partito Comunista Ucraino (CPU) venne dichiarato fuori legge e in dicembre la popolazione votò all'unanimità per l'indipendenza.

Per anni, il mondo occidentale ha considerato l'Ucraina semplicemente come una parte della Russia. Ma il bortsch, le uova dipinte (pissanky) e molte delle più famose canzoni cosacche e delle danze tradizionali hanno avuto origine in Ucraina. Gli ucraini occidentali si considerano ucraini al 100% e difendono la loro cultura, parlando la loro lingua e sbandierando il loro nazionalismo. A est, dove vivono più di 10 milioni di russi, il nazionalismo è meno sentito e la maggior parte della popolazione parla russo.

Gli inizi della letteratura ucraina moderna si devono al filosofo errante della metà del XVIII secolo, Hryhorii Skovoroda, ma forse l’autore più noto è Taras Shevchenko, un fervente nazionalista nato come schiavo nel 1814 e poi diventato un eroe nazionale,.

La musica ucraina trae ispirazione dalle antiche tradizioni orali dei bylyny (poemi narrativi epici) e delle dumas, lunghe ballate liriche che celebravano la gloria dei cosacchi. La musica popolare ucraina affonda le sue radici nei leggendari kozbar, i menestrelli erranti del XVI e del XVII secolo, le cui canzoni, che narravano episodi eroici, erano accompagnate dal kozba, uno strumento simile al liuto, sostituito nel XVIII secolo dalla bandura, uno strumento più grande che può avere fino a 45 corde,vero simbolo della nazione.

Il cristianesimo giunse in Ucraina alla fine del X secolo. La chiesa cattolica e la chiesa ortodossa si divisero nel 1054 e quella ortodossa si divise a sua volta in tre filoni principali, ognuno dei quali aveva un rapporto diverso con l'ortodossia russa controllata da Mosca e con il cattolicesimo romano.

L'architettura ucraina è dominata da chiese. Un genere molto particolare è quello delle chiese di legno caratterizzate da cupole a strati costituite da asticelle in legno, il tutto tenuto insieme da un sistema complesso che non prevede l'uso di chiodi. Nell'intento di distruggere l'identità e il nazionalismo ucraini, negli anni '30 i sovietici demolirono centinaia di edifici sacri, tra cui quattro cattedrali del XII secolo.

Anche la pittura affonda le sue origini nelle tematiche religiose. Fino al XVII secolo, la forma di espressione più diffusa era l'icona, una piccola immagine di Cristo, della Vergine Maria, degli angeli o dei santi dipinta su un pannello di legno alla quale erano attribuiti poteri curativi e spirituali. Insieme alle icone, nelle chiese si diffusero anche i dipinti murali, i mosaici e gli affreschi. L'ascesa al potere dei cosacchi nel XVII secolo favorì lo sviluppo di nuove scuole di pittura secolare con tematiche nazionalistiche. Dopo anni di freddo Realismo Sovietico, in questo momento la sperimentazione stilistica e le tematiche nazionalistiche sono nuovamente in auge.

La cucina ucraina si basa su piatti di origine contadina che utilizzano in particolare cereali e verdure di base quali patate, cavoli, barbabietole e funghi. La carne in genere viene bollita, fritta o stufata.

Normalmente i dolci sono ricoperti di miele e frutta, in particolare ciliegie e prugne; i dolci più diffusi sono i panini dolci. Lo snack ucraino più diffuso è costituito dai varenyky, piccoli ravioli di pasta, mentre il piatto tipico principale è il salo, il grasso di maiale. Il bortsch è ancora oggi la zuppa tipica del paese, un brodo di barbabietole e verdura mista che viene in genere servito con la panna. Le bevande alcoliche sono molto diffuse, in particolare la vodka, un distillato chiaro di frumento, segale e qualche volta patate. Il nome deriva da voda (acqua) e può essere approssimativamente tradotto come “un goccino”

E veniamo alla città scelta: Mykolayiv una delle più caratteristiche dell’Ucraina meridionale. Posta vicino al Mar Nero, è collegata al mare da due grandi fiumi, perfettamente navigabili, l’Ingul e Iuzhnij Bug, che permettono un sicuro approdo a navi anche di grandi dimensioni, tanto che la città ospita un importante porto, con una fiorente attività cantieristica. Anzi Mykolayiv è sorta proprio attorno al cantiere navale, voluto nel 1788 dal Generale Potiomkin (quello della famosa corazzata del film omonimo) A parte l’industria delle costruzioni navali, un’altra attività importante è la pesca, sia d’acqua dolce,sia nelle acque del vicino Mar Nero, che dà ottimi prodotti ittici (ci sono anche diverse industrie alimentari che inscatolano il pesce).

Molto fiorente è anche l’agricoltura , favorita dal clima di tipo mediterraneo in particolare si producono: frumento, patate, ortaggi, ma anche vino e perfino l’olio d’oliva.

Le tradizioni gastronomiche della zona sono varie e abbastanza caratteristiche: accanto al Borsh che si può considerare il piatto nazionale, spesso condito con la Smietana, una specie di panna acida, abbiamo anche piatti più specifici della zona come quelli a base di pesce, come l’Uha, una specie di brodetto di pesce e di verdure e salumi molto particolari come la Krovianca, una specie di sanguinaccio. Fra i formaggi il Vorog, una specie di ricotta acida.

Insomma i buongustai italiani potranno trovare anche qui cibi appetitosi!

 

Irina Tsaregradska

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