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Silvi, in Abruzzo

Notizia del 09/08/2015

Silvi è un comune di 15.604 abitanti della provincia di Teramo in Abruzzo Bandiera Blu d'Europa.

Sede del comune è la frazione di Silvi Marina.

Silvi è definita "la perla dell'Adriatico" per la sua unicità, che la contraddistingue dalle altre località situate sulla costa Adriatica. Anticamente Silvi veniva chiamata Matrinum o Silva (età Romana) e Castel Belfiore o Castrum Silvi (nel medioevo), Silvi fino al 1931 apparteneva al confinante Comune di Atri, come il comune limitrofo di Pineto.

Situata ai piedi delle suggestive colline di Città Sant'Angelo ed Atri, Silvi è una stazione balneare, con un arenile lungo 6 km dalla torre di Cerrano al Fiume Piomba. Attrezzata con alberghi, campeggi e stabilimenti balneari, inoltre dispone di una stazione ferroviaria. Il centro storico si trova sulla parte collinare, a 4 km da Silvi Marina, ad una altitudine di 242 m s.l.m. Silvi è attraversata da numerosi corsi d'acqua: fiume Piomba (45 km), Torrente o Fosso del gallo (14 km), Torrente Cerrano (10 km), fosso Concio (5,5 km), fosso Marinelli San Silvestro (6.5 km).

Storia

Origini del nome

Sul nome di Silvi due opinioni dividono gli storici, la prima vuole il nome derivare da Silvae, per l'abbondanza dei boschi e la seconda dal nome del Dio Silvano, antico nome delle foreste.

Il Comune di Silvi Marina nasce nel 1931, dopo l'ottenuta indipendenza dalla città di Atri, ed è situato agli estremi lembi della provincia teramana ed al confine con quella pescarese. Notizie certe sulla cittadina la legano indissolubilmente alla vicina Atri che fu conquistata nel 290 a.C. dai Romani. È in questo periodo che Silvi Alta, venne unita, presidiata e fortificata, diventando il "Castrum Romanum". Precedentemente le sorti del centro furono condivise, nel VI e V secolo a.C., con la potente Hatria Picena, città preminente della confederazione. Il 1º aprile 1251, per ordine del papa Innocenzo IV, s'istituisce la nuova diocesi di Atri il cui vescovo, comune a quello di Penne, ottiene i diritti ecclesiastici di Silvi. L'anno dopo, il 3 marzo 1252, anche la chiesa del SS. Salvatore di Silvi entra nella diocesi atriana. Il 5 ottobre 1273 ad Alife, quando Carlo I D'Angiò divide l'Abruzzo in due Giustizierati elenca nel "demanium Adriae", Silvi quale terra di pertinenza dell'abbazia di San Giovanni in Venere. Nel 1393, re Ladislao d'Angiò Durazzo vende per trentacinquemila ducati la città di Atri e di Teramo e tra queste anche Silvi al duca Antonio Acquaviva con tutti i loro diritti e pertinenze. Verso la fine del secolo XV, i territori si spopolano a causa delle guerre e delle epidemie. Sono i profughi albanesi, preoccupati dall'avanzare dei Turchi di Maometto II, a sbarcare, intorno al 1462, sulle coste del Regno di Napoli e a stabilirsi nelle contrade silvarole. Gli arrivi, negli anni seguenti, continuano, i profughi sono accolti benevolmente da re Ferdinando I, che assegna loro sedi in Puglia ed in Abruzzo Orientale, rispettando i loro costumi, la loro lingua ed i loro riti religiosi. Silvi conta agli inizi del XVI secolo non più di 400-500 abitanti. Nel 1553, un amministratore di Silvi, uno dei quattro signori del reggimento, Rosato Rosati, in maniera certamente autonoma, redige, in forza di qualche provvedimento regio, lo Statuto comunale di Silvi. Silvi nei primi del Novecento era insieme a Giulianova e Pescara la marineria più importante d'Abruzzo.

Dalla nascita al Medioevo

Nasce come piccolo borgo collinare protetto da mura per difendersi dalle invasioni provenienti dal mare. Troppo piccolo per una storia antica propria seguì nel bene e nel male le vicende della vicina Atri, la trimillenaria città d'arte che, secondo alcuni eminenti storici, diede il nome al mare Adriatico.

Questa antica città conobbe il predominio di Roma, di cui fu fedele alleata mentre Silvi fu sempre feudo di Atri. Insieme conobbero il dominio dei tanti invasori nel Medio Evo. Fu Silvi sentinella di Atri per lunghi secoli e la Torre di Cerrano fortificata sulla spiaggia fu l'avamposto dotato di presidio militare permanente. Soffrì le frequenti invasioni dei corsari turchi che sbarcavano di notte sulla costa e risalivano la collina depredando e catturando i poveri abitanti che finivano in schiavitù. Alla fine del XV secolo la popolazione di Silvi era ridotta a pochi residenti e allora il Re Ferdinando il Cattolico pensò di rinsanguare e ripopolare il paese con l'immigrazione di molte famiglie cristiane, albanesi fuggiti dalle loro terre invase dalle orde musulmane. Silvi inoltre essendo stata la sentinella di Atri, possedeva torri, fortificazioni, porti e edifici storici, la maggior parte di questi distrutti, dagli eventi passati. nel territorio del comune ergevano 2 torri molto importanti: la famosa torre di Cerrano (ancora intatta), e la torre di Piomba (distrutta), inoltre intorno a queste torri sorgevano, villaggi di pescatori, e porti mercantili molto importanti nel commercio dell'Adriatico, i porti di Cerrano (Matrinus), e, il porto del Piomba (Comarna), inoltre i porti, sorgevano sulle foci dei rispettivi fiumi,Piomba e Cerrano, che erano navali, che potevano far navigare imbarcazioni vicino alla città di Atri. Nel territorio di Cerrano, all'epoca romana sorgeva una fornace, la zona in cui situava questo edificio dell'età Romana, non è stata usata come "sito archeologico" ma vi è stata costruita sopra il sito, (una delle fiere più importanti d'italia) la "fiera Adriatica". Infine nel territorio sorgeva e sorge ancora l'importante e bella fortificazione di Silvi paese.

Età moderna

Solo con l'arrivo di Napoleone Bonaparte, che abolì i privilegi feudali (agosto 1806) cessò la sudditanza di Silvi che ebbe, da allora, il suo primo sindaco.

Ancora pochi decenni e sulle colline prospicienti il mare nascono le ville estive dei possidenti terrieri di Atri. Contemporaneamente appaiono sulla spiaggia le prime rustiche casette dei pescatori che abbandonano le antiche dimore nel paese collinare, trecento metri circa sul livello del mare. È il primo nucleo che si costituisce sulla spiaggia e che si svilupperà viepiù negli anni seguenti. Nuova spinta e vigore verrà dall'inaugurazione della stazione ferroviaria (1863), il treno porterà i primi villeggianti nella stazione balneare.

Oggi Silvi Marina appare come una lunga successione di abitazioni, una spiaggia lunga quasi sei chilometri, gli abitanti residenti oltre 15.000. Da Silvi Marina, in particolare dalla statale Adriatica Sud, parte la S.P. 553, un'ex strada statale che porta alla vicina Atri e termina, dopo 40,9 km, nel Comune di Notaresco. Silvi è anche "madre" della Saila che produce caramelle, liquirizie e chewingum di vari tipi.

Monumenti e luoghi d'interesse

Chiesa di San Salvatore

Chiesa di San Rocco

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

A Silvi Alta:

Chiesa di San Salvatore

Chiesa di San Rocco

Cappella della Madonna dello Splendore

A Silvi Marina:

Chiesa di Santa Maria Assunta

Chiesa del Cuore Immacolato di Maria

 

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