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La Via Dei Romei

Notizia del 02/08/2015

Le strade degli antichi pellegrini

Il pellegrinaggio a Roma durante il medioevo era una delle tre peregrinationes maiores insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela, ma conobbe il suo massimo impulso a partire dal 1300, anno del primo Giubileo cristiano. Tra le vie più utilizzate dagli antichi pellegrini vi era il percorso che dal Brennero scendeva nel Veneto e in Romagna, per proseguire attraverso i valichi appenninici verso la Città Eterna.

Gli storici hanno tuttavia rinunciato al tentativo di individuare un unico itinerario battuto dai viaggiatori medievali. I documenti ci mostrano infatti come il mutamento dei corsi d'acqua, le trasformazioni politiche, la creazione o l'abbandono di insediamenti e luoghi di culto modificassero nel tempo i percorsi e le strade rispetto all'età romana.

Inoltre, per raggiungere gli stessi luoghi, accanto a strade sempre trafficate come la via Emilia, i pellegrini e i mercanti utilizzavano percorsi alternativi che presentavano caratteristiche più convenienti per ragione di natura economica - esenzione da pedaggi o tasse di transito, nuovi mercati - o di natura religiosa per via della presenza di culti di santi o di reliquie che acquistavano un credito crescente. Pertanto gli studiosi oggi preferiscono parlare di "aree di strada" o di "fascio di strade".

Molti dei nostri Romei, una volta giunti a Venezia, utilizzavano la città come scalo. Per chi arrivava dalla Padania occidentale e dal Centro Europa attraverso il Brennero una possibilità poi era quella di utilizzare il Po come via d'acqua.

Fra la laguna di Venezia e Ravenna, attraverso il Delta del Po, i romani avevano costruito verso il 132 a.C. la via consolare Popilia. Ma dopo la crisi dell'impero quella strada era stata lasciata andare e paludi malsane si erano impadronite della zona. Il tracciato ricominciò ad essere utilizzato solo a partire dal '400, sicchè al tempo del medioevo le alternative più importanti divennero le vie d'acqua interne che avevano in Ferrara Argenta e Ravenna i porti fondamentali del tragitto, peraltro già conosciuto ai romani.

L'asse itinerario di base del percorso era il Po di Primaro - che portava a canali e fiumi minori fino al mare - con le vastissime paludi che fiancheggiavano il suo basso corso. Questo percorso fu praticato da personaggi illustri, come gli imperatori della casa di Sassonia, da Ottone I a Ottone III.

Un'altra alternativa per compiere il tratto tra Venezia e Ravenna era costituita dalla navigazione lungo la costa adriatica.

L'Emilia Romagna ha caratteristiche geografiche molto semplici: una costa, una fascia di pianura attraversata dalla via Emilia e infine, verso il confine con la Toscana, una serie di colline e di montagne via via più elevate. Una volta raggiunta la via Emilia - ci fossero arrivati dalla costa adriatica o piuttosto dal Po - i viaggiatori medievali diretti a Roma dovevano per forza incamminarsi in lenta salita per valicare l'Appennino, nei suoi diversi tratti.

Chi volesse, poteva invece scegliere di proseguire il viaggio via mare alla volta della Puglia e quindi della Terrasanta, imbarcandosi dal porto di Rimini.

A VIA DEI ROMEI, L'EREDE DELLA ROMANA VIA POPILIA

Questa antica strada collegava le regioni dell'Europa orientale a Roma, passando anche dalla costiera adriatica. Superate quindi Venezia e Ravenna, ci si addentrava nell'Appennino. Da Ravenna i pellegrini medievali avevano diverse opportunità per proseguire verso la città di San Pietro. Questo percorso permetteva inoltre ai devoti viaggiatori di raggiungere gli imbarchi della Puglia per la Terra Santa o il Santuario di S. Michele sul Monte Gargano. I Romei potevano provenire da vari luoghi della cristianità medievale e, fin dal 784, una lettera del Papa a Carlo Magno segnalava l'esistenza di un ricovero per pellegrini Romei a Galeata. Durante il Medioevo essi viaggiavano seguendo i percorsi interni, dal ferrarese fino a Faenza, anziché lungo il litorale, all'epoca ancora malsano, trovando il conforto e l'ospitalità delle comunità monastiche che incontravano lungo il cammino. La prima era quella benedettina di Pomposa, quindi - discendendo- i pellegrini trovavano Comacchio, mentre verso Ravenna a Sant'Alberto, il Monastero omonimo in Insula Parei rappresentava il riferimento per coloro che si dirigevano a Ravenna.

DA RAVENNA ALL'APPENNINO

Appena fuori Ravenna, si visita la Basilica di Sant'Apollinare in Classe, situata in aperta campagna: al suo interno vengono conservati pregevoli sarcofagi del V e VI sec. e magnifici mosaici databili fra il VI e il VII sec.. Nei pressi della Basilica si estende la pineta di Classe.

Dopodichè si può scegliere di procedere da un lato verso Cesena lungo la Via del Dismano e dall'altro verso Forlì lungo l'attuale Ravegnana. Entrambi i percorsi sono costellati di antiche pievi di campagna.

Un ulteriore tragitto, verso l'entroterra, conduce dal Delta del Po a Faenza. Esso conduce dapprima a Ferrara: una sosta di due o tre giorni consente di approfondire la conoscenza della città estense. Da Ferrara i pellegrini procedevano a piedi fino ad Argenta, quindi si servivano delle imbarcazioni per giungere fino al margine meridionale delle paludi.

Lungo il percorso si incontrano la Pieve di S. Maria in Fabriago e la Pieve di S. Pietro in Sylvis a Bagnacavallo. Eretta nel VII secolo, è una delle pievi meglio conservate del Ravennate. La dedica rimanda alla presenza di un'antica foresta, al cui limitare si trovava la pieve. A questo punto si inizia a varcare lo spartiacque dell'Appennino, che offre diverse opportunità.

ITINERARI FRA LE VALLI

A Faenza il turista può visitare il MIC, il Duomo, Palazzo Mazzolani, la Cattedrale, la Pinacoteca e la Chiesa della Commenda. Dall'antica "Faventia", il viaggiatore può scegliere tre alternative, in base alle direttrici vallive del Senio, del Lamone e del Tramazzo.

Tappe di riferimento del primo percorso sono Riolo Terme e Casola Valsenio, quindi Palazzuolo in territorio toscano. L'antico borgo di Riolo Terme era già noto ai romani per le qualità curative delle sue acque; Casola Valsenio presenta varie attrattive: la Rocca di Monte Battaglia, il Giardino Officinale e, ad appena 2 Km dal centro il Cardello, risalente forse all'XI secolo.

Il secondo percorso parte da Brisighella, dove si visiteranno la duecentesca Torre dell'Orologio, la Collegiata, la Chiesa dell'Osservanza (1525), la Rocca Manfrediana e Veneziana che si compone del cosiddetto "Torrione Veneziano" (XVI secolo) e dell'antico "Torricino" (1300) e la curiosa sopraelevata Via del Borgo, altrimenti detta Via degli Asini. Anche Brisighella è famosa, sin dall'epoca romana, per le sue acque termali.

Il terzo percorso attraverso la Valle del Marzeno ha come centri di riferimento Modigliana e Tredozio: la prima dal X secolo patria della famiglia dei Guidi e quindi al centro di importanti eventi storici, Tredozio invece era già nota al tempo dei Romei per la Pieve di San Michele.

Da Forlì si diramavano, all'epoca dei pellegrini medievali, altre tre strade che conducevano i fedeli in Toscana, quindi a Roma:la prima attraversa la Valle del Montone toccando Terra del Sole e Castrocaro, rinomato centro termale immerso nel verde; la seconda attraversa la Valle del Rabbi che ha come riferimenti principali Predappio e Premilcuore; infine la terza attraversa la Valle del Bidente che conduceva al passo dei Mandrioli e da qui ad Arezzo in territorio toscano.

COME ARRIVARE

Per Ravenna, casello autostradale A14 Ravenna. La città dista 74 Km da Bologna, 136 Km da Firenze, 285 Km da Milano, 366 Km da Roma.

Per Forlì, casello autostradale A14 Forlì. La città dista 63 Km da Bologna, 109 Km da Firenze, 282 Km da Milano, 354 Km da Roma.

 

LA VIA ROMEA NONANTOLANA: TRA STORIA E NATURA FINO A FANANO

Nell'Alto Medioevo la Via Romea Nonantolana collegava Nonantola a Fanano e attraverso una serie di sentieri giungeva a Roma. La conseguente espansione verso oriente, oltre il Reno, dei Longobardi, indusse all'esigenza di riorganizzare la rete viaria allo scopo di raggiungere più agevolmente l'Italia centrale. L'opera venne iniziata da re Astolfo che cedette il territorio di Fanano al cognato Anselmo, il quale, vestito l'abito monacale, fondò nel 749 il Monastero e l'Ospizio benedettini di Fanano, importanti riferimenti per i pellegrini lungo il crinale appenninico. Tre anni dopo, nel 752 Anselmo fondò un Monastero a Nonantola, destinato a divenire il nodo del nuovo sistema viario.

Nella Val di Lamola (attuale Ospitale) venne in seguito costruito un importante Ospizio, mentre altri "posti tappa" furono creati lungo il percorso, come Ospitaletto a Marano, il cui nome è testimonianza del ruolo avuto da questa località lungo il percorso.

Con la decadenza di Nonantola e l'avanzare delle potenze rivali di Modena e Bologna, si smembrò l'unità territoriale. Nonostante la frammentazione del percorso, un antico tracciato nei pressi di Fanano veniva ancora utilizzato in età feudale divenendo la "Mutina Pistoria".

La Via Romea Nonantolana nelle sue varie tappe è segnalato per tutti i 115 Km e adatto sia al trekking sia alla mountain bike. Il percorso è stato inoltre arricchito con il posizionamento di 10 sculture, sul tema del pellegrinaggio, realizzate nel corso del XV Simposio Internazionale della Scultura su Pietra di Fanano.

Il percorso escursionistico ha inizio a Nonantola, lungo tratti di strada dalle ampie panoramiche sulla sottostante Valle del Panaro, su Marano e sulla Torre della Chiesa di Festà. La piccola borgata di Denzano è tutta raccolta attorno all'antica Pieve del XII secolo. Usciti dal centro, si trovano le omonime Salse, dove si osserva un fenomeno simile a quello delle Salse di Nirano: emissioni di fanghi ed acque melmose fredde sospinte verso l'alto da idrocarburi.

Si prosegue quindi per il centro di Ospitaletto per visitare la sua Parrocchiale, qui il verde si fa particolarmente suggestivo e si può avvistare anche il monte Cimone, mentre scendendo fra ginestre e roverelle, si può godere la veduta dei Sassi di Roccamalatina.

Raggiunta la Provinciale si arriva a un'importante tappa: la Pieve di Coscogno intitolata a Sant'Apollinare. Si procede fra i coltivi con una magnifica vista sulla valle del fosso di Benedello. Nel vicino borgo di Niviano è possibile vedere la Torre, che doveva risalire all'XI secolo, e un bell'Oratorio seicentesco; a Lavacchio i famosi murales.

Situata nei pressi del monte Cimone, Sestola merita una sosta il suo caratteristico borgo medievale. La Torre dell'Orologio ospita il Museo della Civiltà Montanara e il Museo degli Strumenti Musicali Meccanici. Nelle vicinanze l'Oratorio romanico di S. Biagio è circondato dal silenzio e dalla solitudine dei boschi che le fanno da cornice, e il passo del Lupo, sede del Giardino Botanico "Esperia", un "museo" ecologico sulla flora locale ed alpina.

A pochi Km si incontra Fanano, nodo nevralgico della Via Romea Nonantolana, nonché centro dotato di un ricco patrimonio artistico, come il Parco Urbano di Sculture in Pietra, un museo all'aperto che accoglie 213 sculture realizzate nel corso dei diversi simposi di scultura.

Si procede quindi verso Ospitale. Per gli amanti delle escursioni naturalistiche, ci troviamo nell'area del Parco del Frignano, il lago Scaffaiolo e il lago Pratignano fino a giungere uno dei tratti meglio conservati e più affascinanti della Romea, fra boschi e praterie.

COME ARRIVARE

Casello autostradale A1 Modena, quindi si prende la SS 255 per Nonantola. Modena dista 39 Km da Bologna, 130 Km da Firenze, 170 Km da Milano, 404 Km da Roma.

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