Leggi l'intervista ad Alfonso Gallina
Notizia del 28/08/2014
ALTOMONTE:
Altomonte fa parte dell’importantissimo club dei “Borghi più belli d’Italia”. Ammirando la fantastica architettura che rende il centro cosentino tra i più apprezzati di tutto il mondo è facile capire come l’architettura e l’arte presenti rendano il luogo una meta turistica affascinante e interessante. Situata a 500 mt dal livello del mare, Altomonte è circondata dai maestosi monti della Sila e del Pollino, con la distesa della piana di Sibari a spianare l’orizzonte fino al Mar Ionio.
La preminente importanza storica del territorio fu sottolineata già da Plinio il Vecchio, quando nei suoi scritti parlava della città calabrese come “Balbia”, dal famoso vino Balbino.
L’offerta culturale e artistica della Città di Altomonte è notevole. Passeggiando per le antiche strade è possibile arrivare fino al Castello, emblema della frazionata vita politica e sociale del mondo occidentale nei secoli IX-X-XI. A certificare la natura tutta medievale località anche la Torre “Pallotta”, eretta intorno all’anno 1050. Il nome ricorda Guglielmo Pallotta che nel 1269 era il signore di Brahalla, nome saraceno dell’attuale città. Oggi la torre è sede del Museo Azzinari.
Come nelle migliori tradizioni medievali, anche nella Città di Altomonte è possibile ammirare una delle più belle chiese del panorama calabrese: S. Maria della Consolazione è un tempio in stile gotico-angioino che caratterizza tutto il centro della città. La chiesa fu arricchita dalle opere di artisti del calibro di Simone Martini, Bernardo Daddi e tanti altri, che fanno di Altomonte “un’isola d’arte del trecento toscano”. Attualmente queste opere sono conservate nel Museo Civico, situato nell’ex convento dei Domenicani.
Nonostante una vocazione tutta antica, la città di Altomonte si presenta come una realtà molto accogliente e vivibile. Non mancano le strutture moderne e, per le peculiarità naturali, fisiche e architettoniche, è nota come “città dei matrimoni”. L’alta vocazione naturale rende Altomonte famosa anche per un’importante produzione agricola. La zona è infatti rinomata per gli oli d’oliva e per i vini prodotti grazie agli immensi vigneti che crescono rigogliosi e contornano il centro cittadino. Rigogliosa è poi l’attività artigianale, sono tantissime infatti le testimonianze che evidenziano come Altomonte abbia avuto nel tempo maestri artigiani di altissimo livello. Molto importante fu la lavorazione dei metalli, ma anche quella dell’argilla. Altomonte è nota nel mondo come “Città del Pane”. Fin dall’antichità la prelibatezza di questo prodotto è stata valorizzata e trasmessa in modo autentico. Anche oggi è possibile apprezzare il gusto del pane prodotto nella città e famoso per le sue eccellenti qualità
Altomonte è un incantevole centro medioevale incastonato nel cuore della provincia cosentina. Fa parte del Club dei “Borghi più Belli d’Italia”, “Città del Pane”, “Bandiera Verde” e “Città Slow”. Situato a 496 mt.dal livello del mare, con una vista unica sui monti del Pollino, della Sila, e della piana di Sibari e del mar Jonio. Fu ricordato come Balbia già da Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) per il famoso vino Balbino.
Il nome Altomonte è del XIV secolo, quando con gli Angioini la contea passò ai Sangineto e poi ai Sanseverino, principi di Bisignano legati ai Ruffo di Calabria. La storia ha lasciato segni importanti, da scoprire in un itinerario che va dal moderno Teatro all’aperto (oggi sede di numerose manifestazioni internazionali che Altomonte offre al visitatore), ai vicoli medievali di spettacolare bellezza, alla chiesa di Santa Maria della Consolazione, raro esempio di arte gotica-angiona, con ampio rosone e bel portale. La Chiesa fu voluta dal conte Filippo Sangineto (cavaliere di re Roberto d’Angiò) che nel 1342-45 la fece edificare su una preesistente cappella normanna, arricchendola con opere di Simone Martini, Bernardo Daddi e della scuola di Giotto ecc. che fanno di Altomonte “un’isola d’arte del trecento toscano in Calabria”, opere che oggi sono custodite all’interno del Museo Civico situato nell’ex Convento dei Domenicani.
Con il Complesso Monastico e la presenza dei domenicani, voluta dalla contessa Cobella Ruffo nel XV sec., la cittadina divenne centro di cultura; ospitò il filosofo Tommaso Campanella, che qui pensò la “Città del Sole”, e il novelliere Matteo Bandello.
A pochi passi dal convento troviamo il Castello Feudale (sec. XI) di origine normanna e la Torre dei Pallotta (sec. XI), fortezza a base quadrata voluta dagli stessi Pallotta, da cui prende il nome, oggi invece sede del Museo Azzinari. Proseguendo si giunge alla chiesa di San Giacomo Apostolo, di probabile origine bizantina, l’edificio nel corso dei secoli subì diversi rifacimenti e secondo lo storico locale Francesco Rende risalirebbe all’873.
Nella parte bassa del paese costruito a partire dal 1635, troviamo il Complesso Monastico di San Francesco di Paola, che dal 1980 ospita la Sede Municipale, considerato uno dei più bei municipi d’Italia e vi sono esposte opere di grande interesse artistico-culturale.
La Chiesa, ultimata nel 1770, ha forme barocche, con navata unica ed abside di forma quadrata, all’interno si possono ammirare affreschi e tele di Angelo Galtieri e numerose altre opere di autori risalenti ai sec. XVIII-XIX. Infine ricordiamo il Parco comunale naturale del Farneto, area boschiva di circa 200 ettari coperta da una ricca vegetazione di farnie, erica, pioppi ed essenze di sottobosco, all’interno del quale è stato realizzato un laghetto artificiale, con impianti di pesca ed aree pic-nic e barbecue.
Ai 200.000 visitatori annui, il paese offre una realtà accogliente e qualificata con strutture moderne e organizzate, con 350 posti letto e 5000 coperti. Nel centro storico si ha la possibilità di trascorrere piacevoli vacanze in accoglienti strutture aredate. La cittadina con oltre 300 cerimonie l’anno è definita“il paese dei matrimoni”; gli sposi attratti dalla bellezza dei luoghi e dalla qualità delle strutture, provengono da ogni parte d’Italia e anche dall’estero.
Lungo il percorso, per vie e vicoli si può acquistare di tutto, dal vino ai prodotti artigianali in argilla, legno, vimini ecc. Da ricordare le curiose cartoline in legno, gli antichi ricami, i raffinati liquori, dolci e prodotti tipici; inoltre si suggerisce di assaggiare la gastronomia locale, ovunque genuina e squisita, per la quale Altomonte è “simbolo della cucina tipica calabrese”.
Il castello Feudale
L'edificio, arroccato in cima al paese, proprio al centro dell'antico borgo medievale, risale al XII secolo. La costruzione, condizionata dall'andamento del terreno, è a pianta irregolare, articolata attorno ad una modesta corte centrale. Abitato da vari feudatari di Altomonte che si succedettero nei secoli (Guasto, Pallotta, Sangineto, Ruffo e Sanseverino, l’antico maniero ebbe il titolo di castrum nel 1342 da parte di Clemente VI.
Caratteristica è la facciata con loggiato panoramico che volge a valle in direzione del massiccio del Pollino e dei paesi italo-albanesi.
I prospetti esterni presentano come elementi caratterizzanti gli stipiti le mensole, i balconi e logge.
Nel cortile interno si segnala una bella scala ad unica rampa, con il ballatoio coperto da una loggia a tre arcate con copertura lignea, nella quale si notano tracce di pitture a fresco di discreta fattura.
La scala immette in un vastissimo ambiente recentemente realizzato nel luogo del salone delle feste. Belli le parti superstiti delle capriate a vista affrescate con scene mitologiche, databili alla fine del XVI secolo. Il castello, nel corso del tempo, fu costruito a più riprese ed ampliato nel nucleo originario, attiguo alla torre, con una serie di costruzioni che si sono spinte fino al ciglio della rupe.
Attualmente è sede di una struttura alberghiera.
La Torre Normanna
E' un'imponente costruzione fortificata, a pianta quadrilatera, eretta con ogni probabilità nel XIV secolo ed oggi ancora molto ben conservata. Prende il nome dai Pallotta, signori di Brahalla, ai quali appartenne tra la seconda metà del XIII secolo e gli inizi del XV secolo. Di fondazione normanna, rivela diverse fasi di costruzione. Restaurata nel 1991, è oggi adibita a sede espositiva dell’artista Calabrese Franco Azzinari.
I Palazzi Storici
Numerosi naturalmente sono i palazzi nobiliari che si affacciano sui vicoli del paese. Tra questi ricordiamo: quello della famiglia Giacobini, costruito nel XIX secolo, che ospitava in passato una famosa distilleria per la produzione di liquori; il palazzo Scaramuzza, anche questo edificato nel XIX secolo con una bella corte interna; quello dei Coppola, risalente al XVIII secolo, caratterizzato da un unico balcone, con ringhiera in ferro battuto che corre lungo tutta la facciata; infine palazzo Pancaro, con impianto originario risale al XIX secolo e con facciata divisa in cinque parti. Molto particolare è la scalinata che connette il portone con il piano superiore.
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