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Il Carnevale in Slovenia

Notizia del 05/02/2011

Il Carnevale in Slovenia è una ricorrenza particolarmente gradita: il passaggio dal rigido inverno al tepore primaverile, risveglia sensazioni degne d’essere festeggiate. In passato, in questo periodo, riti e cerimonie erano finalizzate a blandire la natura e ad esorcizzare la paura per un cattivo raccolto, che in una società sostanzialmente agricola come quella slovena avrebbe significato carestie e sofferenze.

Il carnevale più famoso della Slovenia è il kurentovanje di Ptuj, la pittoresca cittadina della Stiria Slovena, e ha come momento culminante la sfilata dei kurent, coloro che scacciano l’inverno e chiamano la primavera. Sono maschere composte da un abito di pelliccia di pecora che ricopre completamente il corpo, campanacci rumorosi alla vita, e nastri colorati sul copricapo, anch’esso in pelle di pecora. Addobbati in tal guisa, i Kurent girano per la città, spaventando gli spiriti cattivi con il rumore dei campanacci e minacciandoli con il terribile bastone ricoperto di aculei di riccio che ne completa il costume.

A Cerknica invece, nei giorni di carnevale la città è in mano ai Butalci, abitanti del favoloso paese di Butale, e stupidi per definizione. A dar loro manforte, frotte le streghe, scese a valle per l’occasione dal Monte Slivnica e capeggiate dalla orribile e terribile Uršula, la progenitrice di tutte le streghe.

Molto suggestiva è anche la Laufarija, cioè il carnevale tradizionale della città di Cerkno, che prende nome dalla famiglia dei laufarji, composta da 24 differenti costumi, che rappresentano gli abitanti del villaggio. I materiali utilizzati sono naturali come foglie (uno di questi richiede l’utilizzo di non meno di ottomila foglie di edera!), muschio, erba, cosa che rende gioco forza necessario ricostruire i costumi ex novo ogni anno.

I figuranti portano in volto le larfe, cioè delle maschere, tutte differenti, intagliate nel legno di tiglio, pianta simbolo della Slovenia; un tempo, infatti, si usava piantare un tiglio al centro del villaggio, intorno al quale veniva a riunirsi tutta la comunità. La maschera più spaventosa è quella del Pust, cornuta e ricoperta di muschio, che rappresenta sia il carnevale che l’inverno, ed è responsabile di tutti i guai capitati durante l’anno.

Le manifestazioni carnevalesche cominciano subito dopo l’Epifania, quando i laufarji girano per la città chiedendo offerte e dolci, e si concludono la domenica di carnevale con un processo sommario e burlesco al Pust, che verrà giustiziato il martedì successivo.

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Notizia n.182 dall'Azione Borghi Europei del Gusto

 

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