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Le saline di Sicciole

Notizia del 30/09/2010

Non è facile oggi comprendere le ragioni che fecero della produzione, del consumo e della tassazione del sale, un elemento vitale dell'economia pubblica per tutto un susseguirsi di secoli, fin quasi alle soglie dell'età contemporanea.

Tentando una breve analisi ricordiamo anzitutto come il tipo di alimentazione allora prevalente - e così la scarsità o l'alto prezzo delle droghe oggi di uso comune - portavano ad un impiego del sale assai più frequente nella vita quotidiana delle famiglie.

Ma l'uso prevalente del sale, fino al secolo scorso, era collegato alle tradizionali tecniche di conservazione della carne e del pesce. L'unica alternativa alla "salagione" consisteva - può dirsi - nella poco pratica "fumigagione". possibile del resto soltanto per alcuni tipi di alimenti. La richiesta di sale fu poi particolarmente elevata nei secoli e nei paesi in cui si faceva un consumo prevalente di carne suina.” (Almerigo Apollonio, El sal de Piran).

E fu il caso di gran parte dell'Europa fino al secolo XVIII. La prima citazione delle saline di Sicciole, (Sečovlje) in Slovenia, vicino al confine con la Croazia,. che però erano note fino dai tempi dei Romani, situate nella valle del fiume Dragogna, risale al 1139; da allora e fino alla fine degli anni '60 del XX° secolo, esse sono state sempre attive, fornendo il sale ai monopoli della Serenissima, prima, dell' Impero Austro - Ungarico, dell' Italia e della Yugoslavia, poi.

La superficie totale ammonta a circa 850 ettari, compresi fra i canali di San Bortolo (Lera) e Sant' Odorico (Libadore), detto anche "Fontanigge". Il Fiume Grande che è il fiume Dragogna ed il Canale di Mezzo completano le canalizzazioni, ora in parte interrate per ottenere la pista dell' attuale aeroporto turistico.

Il nome di "Fontanigge" designava tutto il comprensorio delle saline (Valle Salifera), accanto alle quali esisteva, fino a pochi anni or sono, anche una miniera, dalla quale si estraeva carbone.

Lungo la breve costa slovena esistono pochissimi ambienti umidi e paludosi accanto alle foci dei brevi corsi d'acqua istriani. Un tempo ne esistevano in numero maggiore, in quanto le foci venivano trasformate in saline, che si trovavano ai margini delle citta' costiere (le saline di Capodistria, di Isola, di Strugnano, di Lucia e di Sicciole).

Oggi le saline si sono conservate solamente a Strugnano ed a Sicciole, ed oltre a queste si possono annoverare quali ambienti umidi le lagune di Strugnano, entrambi i laghi di Fiesso, la laguna di San Canziano presso Capodistria e la foce del Risanp. Tutti questi ambienti sono quindi frutto del lavoro dell'uomo, ma consoni alla natura.

Le saline di Sicciole sono oggi l'ambiente umido di maggiore estensione della Slovenia (650 ha) ed al contempo la località slovena più importante dal punto di vista ornitologico. La varietà delle specie di volatili che nidificano e svernano in questo ambiente e' sostanzialmente maggiore rispetto ad altre aree. Sono state evidenziate ad oggi 288 specie, delle quali nel circondario ne nidificano 90.

Il governo della Repubblica Slovena ha proclamato nel 2001 l'area del Museo delle Saline e stata proclamata monumento culturale d'importanza nazionale. Nel 1993 le Saline di Sicciole, quale prima zona umida della Slovenia, sono state incluse nell'elenco delle località tutelate dalla convenzione di Ramsar. Al contempo le saline sono importanti quale eccezionale intreccio di ecosistemi, che unisce le forme di transizione tra gli ecosistemi brachiali marini, quelli d'acqua dolce e quelli della terraferma.

 

http://www.slovenia.info/it/naravne-znamenitosti-jame/Il-...

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Notizia n.989 dall'Azione Borghi Europei del Gusto

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