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L'Ecomuseo "Terra del Castelmagno"

Notizia del 06/08/2009

La denominazione "Terra del Castelmagno" scelta ad identificare l'ecomuseo della Valle Grana trova le sue motivazioni nei seguenti punti. "Terra" come particolare zona in cui le caratteristiche ambientali: altitudine, vegetazione, acqua..., creano le condizioni necessarie per rendere unico il Castelmagno; formaggio di antichissima origine (risultava già prodotto nel 1277) scelto come simbolo di un'economia montana di sussistenza in grado di sfruttare al meglio le particolarità del luogo a fronte anche di indicibili sforzi umani. "Terra" come luogo caratterizzato dalla cultura Occitana, in cui la stretta relazione con le manifestazioni e il ritmo della montagna sono in grado di plasmare gli stili e le abitudini di vita, generando nel corso del tempo società capaci di "insegnarci a vivere" nel rispetto delle particolarità dell'ambiente e di farci riscoprire l'inaspettata bellezza dei rapporti umani costruiti all'insegna di semplicità e solidarietà. Il legame inscindibile tra i due significati racchiusi nel termine "Terra" crea la specificità dell'Ecomuseo della Valle Grana. E' un territorio questo nel quale é ancora possibile leggere i segni lasciati da una cultura artistica, architettonica, ambientale e produttiva capace di creare un bagaglio indispensabile per le nuove generazioni.

Il protagonista per eccellenza, nella storia dell'economia dell'alta e media Valle Grana, è il formaggio Castelmagno. Fin da tempi remoti infatti, la caratteristica che distingue e rende rinomata la valle è la produzione di questo particolare formaggio "erborinato" o a pasta blu, unico per aroma e delicatezza. Proprio su questo territorio si sviluppa, a partire da tempi molto lontani, la produzione del Castelmagno, formaggio pregiato che rappresenta, per la maggior parte della popolazione, la principale fonte di reddito. La sua origine è remota, lo dimostra il testo di una sentenza arbitrale del 1277, secondo la quale, per l'usufrutto di alcuni pascoli in contestazione tra i comuni di Castelmagno e di Celle Macra, si fissava, come canone annuo da pagarsi al Marchese di Saluzzo, una certa quantità di formaggi di Castelmagno.

A rendere unico, fin da tempi antichi, il Castelmagno è proprio l'alimentazione del bestiame, che rende il latte particolarmente ricco di sostanze grasse (fino al 5,50%). I pascoli sono infatti costituiti da un terreno molto sottile, prodotto dal disfacimento di rocce calcaree preterziarie, ricco di elementi di fertilità. La vegetazione è particolarmente favorita sia dalla freschezza del suolo sia dall'eccellente esposizione dei terreni. Tutti questi fattori consentono la crescita di una consistente flora, ricchissima di ottime essenze prative e di piante aromatiche che non esistono nelle valli circostanti, che garantisce un ottimo nutrimento e fieni molto profumati. Il progetto ecomuseale intende tutelare e valorizzare il processo produttivo del Castelmagno illustrandone l'evoluzione nel corso del tempo, la ricaduta sull'economia e sulle abitudini di vita locale.

Per consentire una conoscenza il più possibile esaustiva, sono stati individuati tre percorsi diversi che intendono illustrare:

- La produzione del Castelmagno nel passato attraverso un percorso che rivaluta le frazioni più alte della valle, disabitate da una quarantina di anni, ma famose un tempo perché produttrici del miglior formaggio. Il progetto ecomuseale prevede il ripristino ed il mantenimento dei sentieri che collegano le frazioni alla borgata di Colletto, proponendo all'interno delle singole borgate un percorso che consenta di individuare i locali destinati all'allevamento del bestiame ed alla produzione del formaggio.

- La produzione tradizionale del Castelmagno, tutt'oggi effettuata da buona parte delle famiglie residenti nel Comune di Castelmagno, si potrà seguire "da vicino" il ciclo della transumanza del bestiame presso gli alpeggi d'alta quota. E' in fase di recupero architettonico-strutturale un edificio situato a Campomolino, sede del Comune di Castelmagno, dove verrà realizzata una ricostruzione ambientale sul Castelmagno. L'edificio in questione, costruito in pietra con tetto in lose, su tre piani fuori terra, con stalla, locale stagionatura, laboratorio di produzione del formaggio e abitazione soprastante, racchiude in se' le caratteristiche tipiche degli edifici appositamente costruiti per svolgere al meglio l'attività preponderante in questo territorio: la produzione del Castelmagno. La ricostruzione ambientale dell'edificio sarà in grado di trasmettere al visitatore una percezione spaziale e volumetrica oltre che metterlo in stretto contatto con le attrezzature utilizzate un tempo per la produzione e stagionatura del formaggio. Sara' attrezzata un locale per lo scambio relazionale, caffetteria e soprattutto degustazione del Castelmagno.

- La produzione semi-industriale nella media valle, Per offrire uno sguardo completo sulla produzione del Castelmagno è necessario spostarsi verso la zona della media valle. Attualmente, i produttori del formaggio della media valle, si sono uniti in una cooperativa per costruire il Caseificio del Castelmagno. La struttura, che sorge nel comune di Pradleves, si pone come obiettivi la standardizzazione e il controllo igienico-sanitario dei processi di produzione, il miglioramento del controllo della qualità del latte destinato alla trasformazione, la standardizzazione della stagionatura e alla riduzione dei costi di produzione. Il percorso dell'ecomuseo prevede la visita guidata all'interno del Caseificio, con la possibilità di osservare le diverse fasi di lavorazione del formaggio.

INTENTI ED OBIETTIVI

Il progetto ecomuseale "Terra dal Castelmagno", ha come obiettivo quello di ricostruire un sistema di relazioni tra il territorio e l'uomo al fine di rendere percepibile la storia nella quale si è inseriti. Si tratta di riappropriarsi di una terra abbandonata: materialmente da chi è emigrato verso la Francia o verso la pianura; spiritualmente perché, educati dalla cultura del consumismo, non riusciamo a cogliere il significato della fatica e della gioia semplice insite in ogni circostanza della vita di montagna: così per noi risulta insensato o addirittura folle tagliare l'erba del prato legati ad un castagno per non ruzzolare data la forte pendenza o riparare gli zoccoli invece di buttarli e sostituirli con un paio nuovo. Il tentativo sarà quello di ripristinare antichi percorsi di collegamento, evidenziare luoghi e attività tradizionali ed attraverso l'accompagnamento di guide scoprire le specificità del luogo, appropriandosi di un territorio ed instaurando nuovi legami con la terra.

Il processo da noi proposto è quindi quello di creare un percorso dinamico di ricerca dell'identità personale, di appropriazione del proprio passato e di autorappresentazione. Non sarà quindi un processo statico, né un ecomuseo "sempre uguale"; nonostante si parli di un passato ormai "morto", intendiamo recuperarlo attraverso la comunicazione, gli scambi, la cooperazione che si andranno a creare tra l'ambiente, la collettività residente ed i "turisti". L'economia tradizionale di sussistenza che caratterizzava l'alta valle Grana ed il nostro intento di compiere un progetto integrato ci invitano a parlare non solo di Castelmagno ma anche di tutte quelle attività che caratterizzano quest'economia. Il programma meseografico sarà costituito da quattro ambiti distinti ma da sempre interagenti: IL FORMAGGIO CASTELMAGNO, L'ARCHITETTURA ALPINA, IL LAVORO IN MONTAGNA ed IL PAESAGGIO IN MONTAGNA. Questi ambiti culturali distribuiti sul territorio saranno presentati, organizzati e valorizzati dalla SEDE DELL'ECOMUSEO.

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Osservatorio Nazionale dei Parchi di Informazione

Periodo dal 30 agosto 2008 al 30 agosto 2009

Evento n. 457( segnalato dal Parco di informazione del Piemonte)

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