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Reti e centri nodali

Notizia del 03/03/2009

Sempre più spesso si parla di reti, o, meglio, di “mettersi in rete” per raggiungere scopi che abbiano una valenza di qualche sorta. Il problema è che spesso se ne parla intendendo che in realtà ci si è aggregati ad un coacervo di situazioni simili senza che ne discendano utilità di alcun tipo.

La parola rete esprime un concetto ben definito nel mondo fisico e sociale e indica una molteplicità di strutture quali, soltanto per citarne alcune, le reti organizzative aziendali, le reti di Imprese, le reti stradali e ferroviarie, la rete circolatoria linfatica e sanguigna, le reti molecolari, le reti di telecomunicazione e, quelle di cui ci interessa parlare: le reti di comunicazioni.

Possiamo esprimere il concetto generale di rete come: schema di connessione tra entità allo scopo di condividere o scambiare materiale o informazione a distanza (conversazioni, immagini fisse e in movimento, ecc.).

Sono le reti di telecomunicazione (Telefonica, Radiofonica, Televisiva, Dati) quelle che portano ai nodi, a esse connessi, l'informazione in tutte le sue forme e specie, vale a dire musica, immagini, voce, segnali.

Da molto tempo ormai ci si è accorti della sempre maggiore importanza che, in tutti i settori della vita moderna, riveste un'informazione corretta, tempestiva e confezionata nelle forme più adatte per stabilire con il mondo esterno relazioni efficaci e per dare risposte adeguate alle sollecitazioni e alle richieste che da esso provengono.

L'informazione va considerata a tutti gli effetti un patrimonio, a tal punto che sono stati coniati i termini information poor e digital divide, per indicare il nuovo stato di povertà in cui si trova chi è privo dei mezzi necessari per accedere alle informazioni che possono determinare la sua sopravvivenza o quanto meno la qualità della sua vita in una società che cambia sempre più rapidamente.

Da questo discende l'importanza delle reti che provvedono al trasporto di questo patrimonio informativo.

Le reti di telecomunicazione, che d'ora in poi chiameremo anche semplicemente reti, permettono a nuovi soggetti di aggiungersi e di estenderle senza creare nuove strutture, nuove gerarchie. Garantiscono l'accesso di sempre più grandi popolazioni di individui a strumenti di comunicazione e quindi alla conoscenza di civiltà e costumi diversi dai loro, favorendo lo sviluppo di zone del mondo rimaste isolate ed escluse dall'evoluzione che ha caratterizzato altre aree geografiche: solo a titolo di esempio può essere sufficiente citare il contributo fornito dai satelliti, che consentono a popolazioni situate nei posti più remoti di assistere a ciò che avviene in regioni di cui forse, fino a ora, ignoravano persino l'esistenza.

Quando si parla di rete occorre ricordare sempre i tre grandi campi in cui essa si divise: rete di accesso ossia la parte della rete che è direttamente affacciata all'utente finale, la rete di giunzione, ossia il segmento che cura il collegamento tra i nodi di commutazione vicini, e infine la rete di trasporto, che si preoccupa del trasporto dell'informazione a grande distanza.

Per prima cosa, allora, rete non è un coacervo di situazioni, ma un sistema ordinato per la trasmissione di conoscenze ed esperienze, se parliamo di comunicazione, che possano essere utili per un numero significativo di partecipanti alla rete stessa: perché possa essere utile, per definizione non può essere anarchica. Deve essere libera nell’adesione e nella partecipazione, ma quanto trasmesso deve essere di rilevanza per gli altri.

Questa rilevanza non può essere soggettiva, perché allora si rischia il sovraccarico di informazioni inutili che portano alla morte per overdose del sistema.

Ecco allora la necessità, come nelle maglie radio, di un centro nodale che medi fra le esperienze di ciascuno e le necessità più o meno estese dei partecipanti: allora, a tutti sarà noto in forma embrionale che ci sarà un avvenimento ed uno scambio di esperienze, ma che questo avverrà in modo estensivo solamente per alcuni.

Il centro nodale poi spesso deve raccogliere le informazioni e farsi megafono per trasmetterle all’esterno, nei modi e nelle forme dovute, cosa che nelle piccole realtà è impossibile per motivi di tempo ed esperienza.

Solo così, ad un tempo flessibile e monolitico, il sistema funziona egregiamente, dando un servizio che ha un valore enorme per tutti.

Nel caso di Italia del Gusto, il centro funziona da centro nodale che mette in comunicazione tra loro i singoli e le delegazioni territoriali. Ovvio che le delegazioni territoriali possono parlare tra di loro, ma spesso sono talmente prese che per volontà o per forza di cose sono costrette a rivolgersi al centro. Le delegazioni svolgono una attività areale, e il vertice cura i collegamenti con le altre reti regionali, nazionali, internazionali, cura la comunicazione sia all’interno che all’esterno.

Nel caso di Italia del Gusto, il centro fornisce anche quella consulenza, informativa, commerciale, culturale,e così via, che permette di partecipare alla rete anche quelle situazioni che sarebbero automaticamente escluse se si trattasse solo di una rete informativa.

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Osservatorio Nazionale dei Parchi di Informazione

Periodo dal 30 agosto 2008 al 30 agosto 2009

Evento n. 250 ( segnalato dal Parco di informazione del Friuli Venezia Giulia )

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